3.322 CONDIVISIONI

“Ci hanno offerto soldi per screditare i vaccini”: la denuncia degli youtuber

L’influencer Léo Grasset ha un canale da più di 1 milione di iscritti nel quale fa divulgazione scientifica parlando anche di coronavirus. Stando a quanto ha raccontato su Twitter un’agenzia di comunicazione gli ha offerto denaro per screditare i vaccini Pfizer, ma anche altri influencer hanno raccontato storie simili.
A cura di Lorenzo Longhitano
3.322 CONDIVISIONI
Immagine

Avrebbe dovuto usare il suo potere persuasivo per convincere i suoi follower a non fidarsi del vaccino anti Covid realizzato da Pfizer; in cambio sarebbe stato pagato da un'agenzia di comunicazione al lavoro per un cliente rimasto però anonimo. La denuncia è arrivata da Léo Grasset, un influencer francese che su YouTube cura un canale di informazione scientifica da più di 1 milione di iscritti; il tentativo di utilizzare gli influencer per diffondere disinformazione sui vaccini è stato confermato anche da altri soggetti che sono stati contattati con modalità simili.

"Pagato per affossare il vaccino Pfizer"

Grasset ha 31 anni ed è uno youtuber con una carriera ben avviata: sulla piattaforma di condivisione video cura DirtyBiology, un canale YouTube dove parla di scienza e biologia a centinaia di migliaia di persone. Le sue clip vengono viste almeno 500.000 volte ciascuna, mentre i video più interessanti hanno raggiunto anche picchi di 2 milioni di visualizzazioni – motivo per cui la sua denuncia è particolarmente inquietante. Sul suo account Twitter, Grasset ha riferito i dettagli dell'operazione che gli è stata proposta: screditare il vaccino di Pfizer/Biontech, rivelando che il tasso di mortalità di chi si vaccina con quel preparato è 3 volte più alto di quello di chi utilizza invece il vaccino realizzato da Astrazeneca.

Le richieste del cliente

Grasset ha diffuso alcune schermate dell'email ricevuta, nella quale gli viene chiesto di presentare la tesi come se fosse una sua forte opinione, e di non rivelare la natura sponsorizzata del contenuto; tra gli altri punti da sottolineare nel video, figurano altri classici della disinformazione: il fatto che i media tradizionali ignorino quanto condiviso e che i governi stiano nascondendo qualcosa ai cittadini. La natura del committente non è stata rivelata: dal racconto di Grasset emerge che a contattarlo è stata un'agenzia di comunicazione al lavoro per un cliente che "desidera rimanere anonimo": la stessa agenzia però – ha raccontato Grasset – è legata a un indirizzo fisico londinese che si è rivelato fasullo.

I sospetti sulla Russia

A raccontare di altri tentativi di pilotaggio dell'opinione pubblica tramite influencer sono stati anche altri canali social a tema divulgativo coinvolti in francia, tra i quali Et ça se dit Médecin – attivo su Twitter e Instagram – e l'influencer tedesco Miko Drotschmann – con un canale YouTube da 1 milione e mezzo di iscritti. La testata francese Le Monde ha provato a ricostruire la provenienza dell'agenzia che ha contattato Grasset, senza però ottenere risultati precisi: il numero uno del gruppo sembra operare da fuori Mosca. Sulla vicenda è intervenuto il ministro della salute francese, Olivier Veran, sottolineando la pericolosità dell'accaduto, ma la vigilanza spetta anche alle piattaforme che si dicono attive sul fronte della lotta alla disinformazione: per ogni influencer che denuncia tentativi di manipolazione potrebbero essercene altri che invece cedono a richieste simili.

3.322 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views