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“Clima tossico e sessista”: il gruppo spaziale Blue Origin attaccato dai suoi stessi dipendenti

Secondo le denunce di alcuni dipendenti, la cultura aziendale che domina in Blue Origin è ormai da qualche anno tossica, sessista e disfunzionale, a un livello tale da poter avere delle ripercussioni non solo sul benessere degli impiegati, ma anche sui risultati ottenuti rispetto agli avversari della SpaceX di Elon Musk.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Visto dall'esterno Blue Origin è uno dei gruppi aerospaziali maggiormente sotto i riflettori, per diverse ragioni: è stato fondato dal multimilionario patron di Amazon, Jeff Bezos, e presto porterà nello spazio nelle vesti di turista il celebre attore statunitense William Shatner. Il clima che si respira all'interno del gruppo però non è così d'ispirazione, anzi: secondo le denunce di alcuni dipendenti, la cultura aziendale che domina in Blue Origin è ormai da qualche anno tossica, sessista e disfunzionale, a un livello tale da poter avere delle ripercussioni non solo sul benessere degli impiegati, ma anche sui risultati ottenuti rispetto agli avversari della SpaceX di Elon Musk.

Le accuse a Blue Origin

Le testimonianze dei dipendenti – insieme a quelle di ex impiegati e di altri addetti del settore vicini all'azienda – sono state raccolte dal Washington Post in un lungo reportage che riconduce le lamentele a un momento chiave della storia di Blue Origin: l'ascesa a numero uno di Bob Smith, ex dirigente del colosso Honeywell Aerospace che ha contribuito a trasformare Blue Origin da piccola startup a grande azienda attiva nella corsa allo spazio insieme a realtà come NASA e SpaceX. Le interviste e i documenti ottenuti dalla testata parlano di una dirigenza "Completamente alienata dai dipendenti. Disfunzionale, paternalistica e demoralizzante, che rallenta i progressi del gruppo". Alcune accuse erano già piovute su Blue Origin il mese scorso, quando l'ex dirigente Alexandra Abrams ha pubblicato un rapporto nel quale parla di una cultura che "fa orecchie da mercante sul tema del sessismo, non si cura dei problemi di sicurezza e zittisce chi cerca di correggere queste storture". Una ex dipendente ha raccontato di essersi rivolta invano più volte al dipartimento delle risorse umane interno all'azienda per lamantare un clima in cui "si commentava insistentemente l'aspetto delle persone, in atteggiamenti che venivano presi a modello anziché denunciati, tanto che le nuove reclute iniziavano da subito a imitare gli atteggiamenti tossici".

La competizione con SpaceX

Gli episodi raccontati sono numerosi, e convergono tutti nel raccontare di un effetto domino preoccupante per le sorti dell'azienda. Gli episodi narrati creano una distanza tra dirigenti e impiegati che non solo è palpabile, ma ha un impatto sul morale di chi lavora nel gruppo; questa condizione – è l'opinione delle fonti del Washington Post – ha un effetto diretto nella distanza che si sta creando tra Blue Origin e SpaceX, il gruppo di proprietà di Elon Musk che ultimamente ha soffiato parecchi contratti e traguardi alla creatura di Jeff Bezos. E proprio Jeff Bezos potrebbe essere per molti la soluzione del problema: se è vero – come afferma un ex dipendente – che l'ascesa dell'attuale CEO è avvenuta in un momento di distrazione da parte del fondatore (impegnato in un divorzio e in una iniziativa ambientale a 360 gradi), il suo rinnovato interesse per Blue Origin potrebbe portarlo a prendere in mano le redini del gruppo rimettendolo in carreggiata.

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