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Clippy, l’assistente di Office non sarebbe dovuto esistere

Se Clippy esiste è solo perché i vertici di Microsoft non hanno ascoltato i pareri del focus group chiamato a provare con mano il prodotto. A rivelarlo è un recente documentario, Code: Debugging the Gender Gap, che riporta le dichiarazioni di Roz Ho, una delle manager dell’azienda al momento del lancio di Windows 97.
A cura di Marco Paretti
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Prima degli assistenti vocali c'era lui: Clippy. Incubo per alcuni utenti, simpatica mascotte di Windows per altri; Clippy ha accompagnato il sistema operativo di Microsoft fino al 2007, quando l'azienda di Redmond ha deciso di eliminarlo dal software. In realtà il personaggio non sarebbe dovuto nemmeno apparire nella prima versione dell'OS 20 anni fa; se l'ha fatto è solo perché i vertici di Microsoft non hanno ascoltato i pareri del focus group chiamato a provare con mano il prodotto. Lo rivela un recente documentario, Code: Debugging the Gender Gap, che riporta le dichiarazioni di Roz Ho, una delle manager dell'azienda al momento del lancio di Windows 97.

"Molte delle donne pensavano che i personaggi fossero troppo maschili e che stessero ammiccando verso di loro" ha spiegato la Ho. "Eravamo seduti in una sala conferenze. C'eravamo io e altri 11 o 12 uomini, stavamo leggendo i risultati. Gli altri hanno detto ‘Non lo vedo, non so di cosa stanno parlando'. A quel punto ho detto ‘Ragazzi, guardate, sono una donna e ve lo dirò. Questi personaggi animati sembrano degli uomini'". Alla fine, però, i creatori di Clippy ignorarono questi consigli perché non rappresentavano quello che si volevano sentir dire.

Sebbene la sessualità implicita di Clippy fosse solo uno dei problemi che affliggevano il software, è interessante notare come negli ultimi 20 anni l'industria tecnologica non abbia imparato molto da questo errore. Da un lato la personalità (maschile) di Clippy era sempre presente e paternalistica, dall'altro le ultime assistenti vocali vengono presentate come delle vere donne che però sono dotate di personalità sottomesse e accondiscendenti, elementi che hanno più volte fatto insorgere le femministe. La mancanza di diversità è uno dei problemi principali del settore – lo ha sottolineato anche Apple in un recente rapporto – fin dai suoi albori, con i poster promozionali degli anni '60.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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