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Come fa il fisco a stanare gli evasori con Google Maps

Le immagini satellitari sono solo il materiale grezzo dal quale possono partire eventuali ricerche. Un lavoro a tappeto su questo materiale risulterebbe però lungo e faticoso, motivo per cui ad andare a caccia di piscine sovradimensionate e altri abusi non condonati deve pensarci un algoritmo di riconoscimento delle immagini. Che però non è ancora perfetto.
A cura di Lorenzo Longhitano
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In questi giorni si sta parlando della possibilità per l'Agenzia delle Entrate nostrana di utilizzare i dati provenienti da Google Maps per individuare gli evasori fiscali presenti sul territorio nazionale che possiedono proprietà di lusso senza averle dichiarate. Un progetto simile in realtà è stato avviato in Francia in via preliminare: ha il sostegno dell'Unione Europea, che desidera realizzare uno strumento automatizzato da mettere a disposizione di tutti i Paesi membri, ma per il momento non è ancora sbarcato nel nostro Paese. Da una parte infatti la legge dà già alle autorità nostrane la possibilità di comparare quanto dichiarato dai contribuenti con le cosiddette "fonti aperte": articoli di giornale, post sui social network e ricerche online possono cioè essere utilizzati per verificare quel che viene affermato dai cittadini in sede catastale. D'altro canto le immagini satellitari sono una fonte complessa, il cui utilizzo non può essere preso in considerazione senza prima elaborare strumenti di consultazione adeguati.

Come funziona il sistema che trova gli abusi dalle immagini satellitari

Le immagini satellitari sono solo il materiale grezzo dal quale possono partire eventuali ricerche. Le foto catturate dall'alto mostrano ormai con un elevato grado di dettaglio strade, piazze e perfino edifici, compresa la conformazione di questi ultimi e la presenza di eventuali piscine o altri elementi che possono rivelare dettagli significativi di una data abitazione. Le ricerche a tappeto su questo materiale svolte a occhio nudo risulterebbero però lunghe e faticose, motivo per cui ad andare a caccia di piscine sovradimensionate e altri abusi non condonati deve pensarci un algoritmo di riconoscimento delle immagini; sistemi simili sono basati sull'intelligenza artificiale e possono ad esempio isolare piscine, campi da tennis e grandi abitazioni basandosi sulle loro caratteristiche geometriche, ma non sono semplici da realizzare.

Per questo motivo neppure il progetto francese è già ufficialmente operativo: si tratta di un test avviato dalle autorità locali che ha lo scopo di verificare l'accuratezza degli algoritmi impiegati. I primi risultati sono incoraggianti ma evidenziano quanto il sistema sia ancora acerbo, con una intelligenza artificiale che ha denunciato parecchi falsi positivi poi corretti dal personale in carne e ossa. Il sostegno dell'UE prevede che il progetto possa essere integrato nell'ambito di un sistema informatico comune a tutti i Paesi membri, il ché non esclude la possibilità che anche l'Italia possa in futuro dotarsi di uno strumento simile.

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