“Compro Euro”: in un negozio di Rovereto il conto e gli stipendi si pagano con i Bitcoin
Chi pensava che i Bitcoin sarebbero restati segregati nel mare magnum della rete, e difficilmente avrebbero potuto avere grossi impatti al di fuori del mondo virtuale, dovrà ricredersi. Perché a Rovereto, una città di quaranta mila abitanti (scarsi) della provincia di Trento, la valuta virtuale ha fatto un grande passo in avanti. In questi giorni ha inaugurato il "Compro Euro", un negozio interamente dedicato alla criptovaluta. "Usare i Bitcoin significa fidarsi di qualcosa, più che di qualcuno. Ma quando si parla di moneta la fiducia è fondamentale" ha detto il Ceo di Inbitcoin e il socio del negozio di Rovereto, Marco Amadori a Repubblica. "Se le persone che conosci non usano Bitcoin tenderai a non fidarti, ma se invece li usano il tuo passo successivo sarà cercare di capire come funzionano. La particolarità di Rovereto è questa: ci sono persone che già li usano e che si conoscono fra di loro. E ora c'è anche un posto dove andare a chiedere come si fa a usarli. In fondo è una moneta semplice: spiegare come funziona l'Euro è più difficile, ma nessuno lo chiede, perché c'è l'esperienza quotidiana".
Sui Bitcoin ci sono molti luoghi comuni. Ad esempio quello che la criptovaluta sia legata esclusivamente a un pubblico giovane e ai cosiddetti "nativi digitali". La realtà, però, è leggermente diversa. La clientela del negozio di Rovereto, unico nel suo genere, va dai giovani ai più anziani, che nonostante in molti casi abbiano una scarsa padronanza nell'uso dello smartphone, certamente la sanno lunga in termini di economia. E già si vocifera che il Compro Euro di Rovereto diventi un franchising. Intanto, però, a Rovereto anche gli stipendi si pagano a suon di Bitcoin.
"Era un'ipotesi, che prevedeva tempi più lunghi, ma a pochi giorni dall'apertura sono già arrivate decine di richieste dal resto d'Italia. Ma il nostro business resta tuttavia il software", spiega Amadori. Ma come guadagna il Compro Euro di Rovereto? Con le commissioni? Sì, ma non solo. I soci che hanno pensato di aprire un negozio interamente fondato sulla criptovaluta hanno messo a disposizione dei clienti una serie di servizi complementari, da pagare (ovviamente) con i Bitcoin. Prima fra tutte una tessera che contiene le credenziali di accesso al portafoglio digitale della moneta virtuale. Ma attenzione: il rischio maggiore da considerare è quello dello smarrimento di queste credenziali. Perdere i dati di accesso riportati sulla card significa perdere il denaro depositato. Il primo punto vendita di questo genere in Italia, come lascia intendere il nome stesso, prova a cavalcare l'onda. E a infrangere soprattutto il confine tra "Compro Oro" e "Compro Euro". Ma solo il tempo risponderà alle aspettative: il modello di Rovereto è destinato a varcare i confini del Trentino?