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Con questa pelle sintetica puoi sentire il tatto nella realtà virtuale

Il dispositivo è composto da 32 attuatori che si alimentano e ricevono i segnali per il funzionamento senza bisogno di cavi, da una fonte posizionata a un metro di distanza. La superficie flessibile si adatta alla conformazione della pelle e le vibrazioni restituiscono a quest’ultima sensazioni simili a quelle del tatto.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Quando ci muoviamo tra gli oggetti digitali all'interno di sistemi operativi, app e videogiochi solitamente lo facciamo attraverso immagini e suoni: uno schermo e un paio di altoparlanti per vedere e sentire, e un mouse, una tastiera, un joypad o il tocco dei polpastrelli) per interagire con i contenuti. Presto però nel mondo della realtà virtuale e aumentata potremmo fare affidamento su un altro dei cinque sensi: il tatto. Alcuni ricercatori della Northwestern University hanno infatti ultimato i lavori su un prototipo di pelle artificiale, uno strato di sensori e attuatori applicabile su tutto il corpo che permette di sentire in prima persona sensazioni tattili provenienti da ambienti virtuali.

I dettagli del dispositivo sono stati pubblicati su Nature in questi giorni. Si tratta in sostanza di membrane di forma quadrata realizzate in silicone flessibile, da applicare direttamente sulla pelle; hanno un diametro di circa circa 15 centimetri di lato e sono provviste di 32 attuatori. Questi piccoli elementi circolari hanno un diametro di appena 18 millimetri e ricevono via wireless dei segnali di attivazione provenienti da dispositivo sul quale è attiva la simulazione, vibrando con intensità differente a seconda dei segnali elettrici. Le vibrazioni, distribuite su aree estese del corpo o concentrate in un'unica zona, restituiscono alla pelle sottostante delle sensazioni comparabili a quelle del tatto.

Le potenzialità innovative del dispositivo risiedono nel fatto che non ha bisogno di batterie o sistemi di alimentazione via cavo. Insieme al segnale wireless che porta i segnali di attivazione, le antenne contenute nei circuiti captano infatti anche un campo di corrente emesso appositamente da un metro di distanza per far funzionare l'intero sistema. Inoltre, la flessibilità dei singoli dispositivi e il materiale del quale sono composti fanno inoltre in modo che si adattino comodamente alla conformazione della pelle aderendovi senza bisogno di adesivi.

Ecco perché i ricercatori li reputano particolarmente promettenti per un sistema indossabile, attraverso il quale sarà possibile sentire parzialmente le sensazioni trasmesse dai videogiochi ma anche da applicazioni di altro tipo, come il tocco della mano di un amico o un familiare dall'altra parte del mondo. Prima che il dispositivo diventi un vero prodotto commerciale occorrerà però terminarne lo sviluppo: quello finito su Nature è per il momento un prototipo ancora da perfezionare.

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