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Bitcoin e criptovalute

Corte Giustizia UE, niente IVA per i cambi di valute in Bitcoin

La Corte di Giustizia Europea, con una sentenza che riguarda il cittadino svedese David Hedqvist, ha dichiarato che per le operazioni di cambio di valuta tradizionale con unità della moneta virtuale “bitcoin” non si deve più corrispondere l’Iva.
A cura di Francesco Russo
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Ancora una volta al Corte di Giustizia Europea emette una sentenza che farà sentire presto i suoi effetti. Infatti il massimo organi di giustizia europea nella sentenza, a proposito del caso di David Hedqvist, cittadino svedese che lavora alla fornitura di servizi a chi intende cambiare valute tradizionali in valuta virtuale e viceversa, ha stabilito che per le operazioni di cambio di valuta tradizionale con unità della moneta virtuale "bitcoin" non si deve più corrispondere l'Iva. Una sentenza dunque che finisce per mettere un punto fermo all'interno di un mercato, quello della moneta virtuale, che appare sempre molto complicato.

I giudici europei sostengono che la direttiva Iva prevede che essere assoggettate a tale imposta sono le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate a titolo oneroso nel territorio di uno Stato membro da parte di un soggetto passivo all'Iva, che agisce in quanto tale. Gli Stati membri devono esonerare, in particolare, le operazioni relative "a divise, banconote e monete con valore liberatorio".

La sentenza dei giudici nasce dall'esame del caso che riguarda lo svedese David Hedqvist, che lavora alla fornitura di servizi a chi intende cambiare valute tradizionali in valuta virtuale e viceversa. Il signor Hedqvist prima di avviare la sua attività aveva chiesto un parere preliminare alla commissione tributaria svedese per sapere se doveva essere versata l'Iva all'acquisto e alla vendita di "bitcoin". La commissione si è poi pronunciata sostenendo che il "bitcoin" è un mezzo di pagamento utilizzato in maniera corrispondente ad altri mezzi legali di pagamento e le operazioni che Hedqvist intende effettuare dovrebbero essere quindi esenti da Iva. Tale parere viene poi impugnato dall'agenzia delle entrate svedese, la "Skatteverket", secondo la quale le operazioni che signor Hedqvist intendeva fare non ricadono nelle esenzioni previste dalla direttiva Iva.

A questo punto scatta il ricorso alla Corte di Giustizia Europea che emette oggi la sentenza, dando quindi ragione al signor Hedqvist.

Una sentenza che dovrebbe proiettare un maggiore sviluppo della moneta elettronica, proprio in virtù di questa sentenza. Ma riguarda anche tutti coloro che possiedono "bitcoin" i quali adesso potranno cambiarli nella loro moneta tradizionale senza vedersi applicato un prezzo maggiorato.

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