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Cosa pensano gli italiani della connessione permanente alla Rete?

Video, infografica, comic strip e dati sulla ricerca “Disconnect to Reconnect” condotta da PHD Italia, in collaborazione con Ciaopeople Media Group.
A cura di Redazione Tech
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Il cellulare serviva per telefonare, lo smartphone è utile a fotografare, navigare, acquistare, recensire, chattare e tanto altro ancora. Una potenza che serve o che può asservire, a seconda del proprio stato di consapevolezza. In occasione dell'incontro del 18 maggio 2016 di PHD Evolutionary, PHD Italia, in collaborazione con Ciaopeople Media Group, ha condotto la ricerca “Disconnect to Reconnect” sullo stato d'animo e sulle modalità con cui gli italiani approcciano alla tecnologia mobile. Lo stesso studio ha poi ispirato due produzioni creative: 1) il video in apertura (prodotto da Ciaopeople) e 2) le comic strip "I Dis-connessi" realizzate da Nerd2 e visibili in chiusura del presente articolo. Osservando le abitudini degli utenti sui digital device è stato quindi possibile capire quando e perché ci si connette alla Rete. E, soprattutto, quanta dipendenza si sia sviluppata verso le avviluppanti tecnologie digitali.

Il 45% degli italiani si collega appena si sveglia per vedere se qualcuno li ha contattati. La maggioranza relativa del campione in esame controlla i propri dispositivi mobili, relegando a posizioni inferiori le risposte alternative "chiacchiero con chi c’è in casa” e “accendo la tv e la radio". Soltanto nella fascia dai 55 ai 64 anni i vecchi media continuano ad essere più attraenti dei nuovi. Per gli utenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni il controllo del cellulare è un'abitudine molto diffusa sia al mattino (75% dei casi) che alla sera (quasi 70%). In generale la tv resiste e "accompagna a letto" gli italiani nel 46% dei casi.

Logo di Disconnect to Reconnect.
Logo di Disconnect to Reconnect.

Cosa fanno gli italiani in Rete? Per lo più comunicano attraverso Whatsapp (usato dal 79% del campione in esame) o attraverso Facebook (78%), utile anche per informarsi, giocare e intrattenersi. A proposito di intrattenimento, sul podio c'è anche Youtube (72%), seguito dal colosso dell'e-commerce, Amazon (60%). Anche altri social network, quali Twitter (25%) e Instagram (25%), sono molto diffusi. Dalle applicazioni e dai siti usati ne deriva un utente che ama soprattutto le piattaforme social, nelle quali conferma la sua importanza il narcisismo del "Mi piace": il 24% dichiara di pensare al numero di like che otterrà quando posta una foto. Vera e propria abitudine – più che moda – è il selfie, su cui il 22% si dice convinto che “ogni occasione sia buona per scattare e condividere un selfie”. Lo smartphone – completo e maneggevole – è il dispositivo usato pressoché dalla totalità del campione esaminato (93%), seguito da computer portatile (77%), tablet (52%), computer desktop a casa (51%) e al lavoro (42%), console per videogiochi (32%) e smartwatch (4%).

Il 29% degli intervistati sarebbe "infastidito" dalla mancanza di connessione per qualche ora. Un dato che fa il paio con quello di chi – ben il 47% degli intervistati – controlla che l'hotel presso cui sta prenotando un soggiorno assicuri la connessione. Il 18% non farebbe mai a meno della connettività, ma il 12% ne farebbe volentieri a meno. L'idea di poter fare una vacanza dalla Rete è accolta dal 17% del campione in esame, che definirebbe questo "isolamento" come un vero e proprio paradiso. Il 5% già segue l'abitudine della vacanza internet-free, che per il 10% sarebbe invece un incubo.

Il grande vantaggio della Rete, per la maggioranza degli intervistati (76%), è la moltiplicazione della possibilità di esprimere un'opinione, sebbene si sia consapevoli dei rischi per la privacy (70%), per la perdita del gusto delle cose semplici (70%), l’aumento dello stress (64%) e la solitudine (59%). Il digital detox, ossia la disintossicazione digitale, è una scelta condivisibile per molti italiani, dato che il 41% del campione condivide la scelta di chi spegne lo smartphone per disintossicarsi. Gli scettici sono convinti che “ci vedremo molto meno spesso di persona” (28%), ma gli entusiasti prevedono che "saremo sempre connessi ovunque e gratis” (circa il 50%) e che “faremo tutto con il cellulare” (circa il 30%). In compenso il 44% avvisa che "qualsiasi aspetto della nostra vita sarà sorvegliato e monitorato”.

Quattro sono le tipologie di utente della Rete emerse dalla ricerca. In base all'approccio degli intervistati, gli studiosi hanno potuto individuare quattro cluster di internauti: gli entusiasti (21%), i consapevoli (25%), i funzionali (21%) e i nostalgici (33%). Nel dettaglio i profili hanno le seguenti caratteristiche:

  • Gli entusiasti non possono fare a meno della tecnologia, prima di tutto perché "la vogliono" e ne sono degli appassionati. Hanno gli ultimi modelli in commercio e non vedono nella Rete alcun rischio realmente pericoloso.
  • I consapevoli usano molto la tecnologia, ma con attenzione. Entrato in una nuova era, l'uomo deve costruirsi la sua identità digitale che necessita di educazione e strategia. Esattamente come la vita in carne e ossa. Rientrano in questo profilo soprattutto gli utenti tra 18 e 34 anni.
  • I funzionali usano la tecnologia per quello che serve nell'immediato. Non ne sono degli appassionati, ma ne riconoscono l'utilità e si fermano ad "approfittarne".
  • I nostalgici devono usare la tecnologia e aderiscono all'obbligo, ma malvolentieri. Volentieri ne farebbero a meno ed evidenziano i rischi del Web 2.0 per la privacy. I più nostalgici sono gli over 35.
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