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Cos’è il roaming marittimo, il servizio degli operatori telefonici che ha insospettito l’Antitrust

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole vedere chiaro sulla pratica del roaming marittimo, il servizio offerto dagli operatori telefonici che permette ai cellulari di collegarsi alla rete anche lontano dalla terraferma. L’operazione ha costi elevati dei quali però i clienti potrebbero non essere stati messi adeguatamente al corrente.
A cura di Lorenzo Longhitano
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In molti non lo sanno, ma continuare a utilizzare lo smartphone per navigare online a bordo di navi e traghetti può costare caro. Il servizio a bordo di queste imbarcazioni infatti non è quello normalmente fornito dai ripetitori terrestri, e gli operatori telefonici lo fanno pagare di conseguenza applicando tariffe di roaming sui servizi offerti. Proprio per il fatto che la pratica non è particolarmente nota all'utente medio l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di avviare un'istruttoria nei confronti di tre distinti operatori – ovvero TIM, Wind Tre e Vodafone – per presunte pratiche commerciali scorrette, e in particolare per fornitura non richiesta del servizio di roaming marittimo.

Come funziona il roaming marittimo

In mare aperto le comunicazioni cellulari effettivamente non possono affidarsi al lavoro dei normali ripetitori diffusi sul territorio nazionale. Per garantire il servizio gli operatori si affidano dunque a una soluzione alternativa: stazioni di comunicazione speciali installate a bordo delle navi, dalle quali partono segnali rivolti a satelliti di comunicazione che poi rimbalzano sulla terraferma e da lì seguono il percorso designato attraverso la rete terrestre. Nonostante il lavoro fuori dall'ordinario compiuto dietro le quinte, queste stazioni si presentano agli occhi degli smartphone come dei normali ripetitori terrestri: i telefoni dunque vi si agganciano in automatico, facendo però incorrere il proprietario in costi di collegamento extra.

Le violazioni ipotizzate

L'AGCM vuole fare luce proprio su questo aspetto ipotizzando due violazioni. In primo luogo che il servizio a pagamento offerto non sia in realtà richiesto esplicitamente dagli utenti, né in fase di sottoscrizione del contratto, né in fase di utilizzo sulla nave. In secondo luogo che gli operatori non stiano rendendo l'operazione sufficientemente chiara ai propri utenti: informarli del cambio di rete darebbe ad esempio loro l'occasione di rinunciare al servizio offerto, ad esempio impostando i dispositivi in modalità aereo.

Nel mirino anche le compagnie marittime

L'Autorità Garante raccoglierà dunque informazioni sull'operato degli operatori telefonici in quest'ambito, ma anticipa che in futuro potrebbe concentrarsi anche su altri soggetti: le compagnie marittime Grimaldi Group Spa, Grandi Navi Veloci Spa e Compagnia italiana di navigazione Spa che – si legge nel comunicato diffuso in queste ore – "avrebbero omesso di fornire ai propri passeggeri, clienti degli operatori telefonici suddetti, un’adeguata informativa sull’esistenza del roaming marittimo a bordo delle proprie navi".

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