Quasi come un Dottor House virtuale, il supercomputer Watson ha risolto un complesso caso clinico in soli 10 minuti, lasciando stupiti i medici dell'università di Tokyo che per mesi hanno cercato di trovare una cura ad una rara forma di leucemia. Al centro della storia si trova l'intelligenza artificiale di IBM Watson, un supercomputer che lo scorso maggio aveva fatto parlare di sé perché si era spacciato per un essere umano all'interno del Georgia Institute of Technology come parte di un test sugli ignari studenti. Al tempo si era finto un assistente universitario, mentre ora si è calato nei panni di un medico che, in 10 minuti, ha confrontato i cambiamenti genetici della donna con un database di 20 milioni di ricerche sul cancro.
La paziente, alla quale era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, era stata sottoposta a diversi trattamenti che, però, non avevano sortito l'effetto sperato. Così i medici hanno deciso di affidarsi alla "mente" del supercomputer sviluppato da Ibm, già utilizzato negli Stati Uniti all'interno di alcune strutture di ricerca sul cancro. In seguito all'analisi dei dati, l'intelligenza artificiale ha suggerito una cura che si è rivelata efficace, come riportano le agenzie giapponesi. "L'intelligenza artificiale ha la possibilità di cambiare il mondo" ha commentato Satoru Miyano, un ricercatore coinvolto nella ricerca. "Questa storia lo dimostra".
L'elemento rivoluzionario è proprio il tempismo, che nella cura della leucemia – e di molte altre malattie – gioca un ruolo fondamentale. Confrontare milioni di dati a mano sarebbe stato lungo e probabilmente inutile, mentre sfruttando un'intelligenza artificiale in grado di comprendere ciò che sta "leggendo" e metterlo in relazione con il problema si riesce a ridurre tutto il processo ad una manciata di minuti. Ora il supercomputer sarà utilizzato in 14 centri oncologici di Stati Uniti e Canada per aiutare i medici a trovare le cure adatte ai pazienti malati di cancro.