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Da oggi WhatsApp si può sbloccare con impronta digitale o riconoscimento facciale

Da oggi WhatsApp è più sicuro. Come annunciato dalle indiscrezioni circolate nel corso delle ultime settimane, l’utilizzatissima applicazione di messaggistica istantanea può essere protetta con lo sblocco biometrico, cioè quello che sfrutta l’impronta digitale o il riconoscimento del volto.
A cura di Marco Paretti
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Da oggi WhatsApp è più sicuro. Come annunciato dalle indiscrezioni circolate nel corso delle ultime settimane, l'utilizzatissima applicazione di messaggistica istantanea può essere protetta con lo sblocco biometrico, cioè quello che sfrutta l'impronta digitale o il riconoscimento del volto. Un sistema di protezione che si aggiunge al normale sistema di blocco del telefono implementato all'interno dei due sistemi operativi. Una decisione presa per proteggere ulteriormente le chat dell'app di messaggistica, che già tiene al sicuro gli scambi tra gli utenti grazie alla crittografia end to end.

Una prima rivelazione era giunta dagli utenti che avevano già messo le mani sulle versioni preliminari dell'app e che ora è invece disponibile per tutti. Il sistema di protezione si attiva all'interno delle opzioni dell'app. Una volta impostato il blocco, prima di aprirsi l'app chiederà una conferma biometrica dell'identità di chi sta tentando l'accesso. Per i telefoni con sensore di impronte occorrerà poggiare il dito su quest'ultimo, mentre per i telefoni dotati di Face ID come iPhone X, iPhone XS e XS Max basterà mostrare il volto alla fotocamera frontale; nel caso in cui i tentativi di accesso non andassero a buon fine, WhatsApp concederà comunque una possibilità di sblocco tramite codice numerico.

La misura insomma funziona in modo non dissimile da quanto già fanno diverse app per iOS e perfino alcune versioni del sistema operativo Android a bordo dei telefoni di produttori come Huawei, Samsung, OnePlus e molti altri. Non sorprende però che WhatsApp abbia adottato una versione propria: più che per proteggere le conversazioni, la barriera può essere il primo tassello per rendere più sicura un'app che già ora in India permette ai suoi utenti di scambiarsi denaro e che in futuro darà la stessa possibilità anche in altri Paesi.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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