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Da SpaceX un “razzo” per fare Milano-New York in 30 minuti: sarà realtà entro il 2030

Gli analisti di UBS ritengono che i voli aerospaziali per collegare città e metropoli terrestri diverranno realtà già dalla fine del prossimo decennio: si tratta di pochi anni per risolvere problemi che ad oggi sembrano insormontabili e dare vita a un’industria da 19 miliardi di dollari all’anno.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Nel 2030 le traversate da mezza giornata di volo per raggiungere Shanghai da New York potrebbero essere solo un lontano ricordo, almeno per i viaggiatori più facoltosi. A sostutuire gli attuali voli in aereo da 14 ore potrebbero infatti pensarci rapidissime traversate aerospaziali di appena mezz'ora, a bordo di sistemi di volo suborbitali capaci di trasportare i passeggeri dall'altra parte del mondo in un lasso di tempo comparabile a quello normalmente impiegato per raggiungere il centro città in auto.

L'idea di utilizzare velivoli spaziali con propulsione a razzo per collegare destinazioni terrestri non è nuova; in particolare la SpaceX di Elon Musk sembra essere già da tempo interessata non soltanto a raggiungere la Luna e Marte, ma anche a collegare le metropoli del nostro stesso pianeta. Le stime che fanno riferimento alla fine del prossimo decennio però sono più recenti e arrivano dagli analisti di UBS: secondo le ipotesi dell'istituto nel 2030 il settore varrà 19 miliardi di dollari l'anno, ai quali se ne aggiungeranno 3 all'anno generati dal turismo spaziale.

Se effettivamente questi viaggi divenissero realtà non si fatica a crederlo: un volo da Londra a New York durerebbe 29 minuti anziché 8 ore; per Sidney occorrerebbero 50 minuti anziché 20 ore. Non ci sarebbe ragione (se non quella economica) per cui un passeggero dovrebbe continuare a scegliere un volo tradizionale. Il punto è che i problemi da risolvere prima che questo tipo di viaggi possa diventare realtà sono diversi, e tra questi i costi sono solo il più insignificante: si va dall'accelerazione alla quale verrebbero sottoposti i passeggeri nelle fasi di decollo e rientro alle radiazioni dalle quali andrebbero schermati una volta attraversata l'atmosfera, per non parlare del fatto che l'esperienza dev'essere resa non solo possibile, ma anche confortevole.

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