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Dall’anno prossimo Google avrà il suo conto corrente: si chiamerà Cache

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la casa di Mountain View lancerà il servizio in collaborazione con Citigroup e la Stanford Federal Credit Union. I dettagli delle offerte non sono ancora stati definiti, ma l’intenzione è di lavorare con le banche in un rapporto di collaborazione.
A cura di Lorenzo Longhitano
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A quanto pare Facebook e Apple non sono gli unici colossi della Silicon Valley che ultimamente vogliono mettere radici nel mondo della finanza. Mentre il gruppo di Mark Zuckerberg si confronta con uno scetticismo sempre più manifesto nei confronti della sua criptovaluta Libra e la casa di Cupertino si trova di fronte ai primi scivoloni relativi alla sua Apple Card, il gigante delle ricerche online Google sta pensando di lanciarsi nell'offerta di conti correnti diretti ai suoi utenti.

A riportarlo è stato per primo il Wall Street Journal: il progetto per il momento è stato battezzato Cache, e dovrebbe prendere il via già l'anno prossimo in collaborazione con Citigroup e la Stanford Federal Credit Union (un istituto di credito cooperativo legato alla Stanford University). Stando a quanto riferito al quotidiano da uno dei dirigenti di Google intervistati per l'occasione, "l'approccio della società nei confronti degli istituti bancari e del sistema finanziario sarà di tipo strettamente collaborativo" — una strategia che potrebbe differenziare Google da Facebook, che con questi settori si sta tutt'ora scontrando a causa di Libra. Secondo quanto anticipato da Google i correntisti potrebbero godere di vantaggi come programmi fedeltà e costi di gestione agevolati, anche se i dettagli delle offerte non sono ancora stati definiti con precisione.

Quel che è più chiaro è che la società non sembra voler diventare una banca né agire come tale, ed è disposta a rimanere in secondo piano nell'operazione pur di non inimicarsi i potenziali partner — attuali e futuri. Google del resto potrebbe non avere neppure intenzione di imporre il proprio nome nell'operazione: la casa di Mountain View in effetti può già contare su un sistema di pagamenti online e offline perfettamente funzionante — ovvero Google Pay. Piuttosto, inserendosi nel mondo dei conti correnti, la società potrebbe mettre le mani su qualcosa di estremamente prezioso per un'azienda che trae linfa vitale dai dati dei suoi utenti, come informazioni su abitudini e tendenze di risparmio e molto altro.

Se questo sia il caso oppure no è qualcosa che gli enti di regolamentazione in tutto il mondo cercheranno probabilmente di appurare presto: quelli della privacy delle persone e delle ingerenze del mondo hi tech nella vita quotidiana del resto sono diventati temi scottanti proprio a causa di atteggiamenti come quelli assunti negli anni anche dalla stessa casa di Mountain View.

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