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Dell verso l’addio a Wall Street, il gigante abbandona la partita

Una serie costante di trimestrali negative hanno costretto i vertici del 3° produttore di computer al mondo ad ipotizzare la fuga dalla Borsa nella speranza di salvare l’azienda dal baratro. L’operazione però non è priva di difficoltà visti gli importi in ballo.
A cura di Angelo Marra
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Sono mesi ormai che si discute sul tramonto dei computer tradizionali, sostituiti dai sempre più diffusi terminali mobili, e le ultime vicende che stanno riguardando Dell sono un campanello d'allarme per tutti i produttori ancora attivi nel settore. Mentre le nuove realtà del web 2.0 scalpitano per entrare nel mondo della finanza che conta, il 3° produttore al mondo di computer opta per l'operazione inversa, la fuga da Wall Street per scongiurare il pericolo bancarotta. Sfuggire dai gangli della Borsa significherebbe ridimensionare l'azienda, alleggerire la pressione degli azionisti e guadagnare maggiore competitività, dopo una serie di trimestrali per nulla entusiasmanti.

Secondo Bloomberg e il Wall Street Journal due fondi di private equity, TPG Capital e Silver Lake, sarebbero già in trattativa con Dell per verificare le condizioni di vendita ed entro pochi giorni, secondo indiscrezioni, ci potrebbero essere grandi novità al riguardo.

L'operazione non è però esente da problemi che potrebbero pregiudicarne il compimento, soprattutto per ciò che riguarda l'investimento necessario, quasi 19 miliardi di dollari, una cifra enorme che i fondi potrebbero non essere in grado di racimolare. Una buona fetta potrebbe arrivare dalle tasche dello stesso Micheal Dell, fondatore dell'azienda, che dispone di un patrimonio netto di 13,7 miliardi di dollari, in parte utilizzabili per contribuire al finanziamento. Intanto la Borsa sembra accogliere positivamente l'ipotesi di un'exit strategy di Dell, con il titolo che ieri ha chiuso a +13%.

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