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Delle persone ascoltano quello che dici all’assistente di Google

Anche l’assistente integrato nei dispositivi di Big G come Google Home è finito al centro di una polemica a causa del fatto che le registrazioni della nostra voce vengono ascoltate e trascritte da operatori umani.
A cura di Marco Paretti
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Anche quello che dici all'assistente di Google viene ascoltato da lavoratori umani. Dopo Alexa, l'assistente di Amazon integrata nei suoi Echo, anche l'aiutante digitale dell'azienda di Mountain View è finito al centro di una polemica a causa del fatto che le registrazioni della nostra voce vengono ascoltate e trascritte da operatori umani. Lo ha rivelato un rapporto del network belga VRT NWS, che ha spiegato come alcuni lavoratori siano pagati per ascoltare e trascrivere i comandi vocali che vengono dati all'assistente di Google, operazione attraverso la quale però rischiano di trapelare dati sensibili come nomi, indirizzi e dettagli della vita privata.

Nella storia di VRT NWS, focalizzata principalmente sugli utenti olandesi e fiamminghi, si parla di migliaia di registrazioni, centinaia delle quali contenenti registrazioni audio partite per errore. Secondo uno dei lavoratori coinvolti nella trascrizione, ogni settimana un operatore poteva trascrivere oltre 1.000 clip audio contenenti diverse tipologie di informazioni. Possono essere semplici comandi per l'assistente oppure, come successo ad un operatore, rumori legati a violenze fisiche. "A quel punto sono persone reali che stiamo sentendo, non solo voci" ha spiegato il lavoratore.

Secondo le aziende tecnologiche, inviare clip audio a dipendenti umani per la trascrizione rappresenta un processo essenziale per migliorare la tecnologia di riconoscimento vocale. Allo stesso modo sottolineano come solo una piccola percentuale delle registrazioni viene ascoltata e trascritta con queste modalità. Secondo Google, solo lo 0,2 percento di tutte le registrazioni viene trascritto da umani e queste clip non vengono mai presentate con informazioni personali legate agli utenti. Il problema, però, è quando sono gli stessi utenti a rivelare, per sbaglio o noncuranza, informazioni personali all'interno di queste registrazioni. Elementi che solo quando un umano ascolta le clip vengono riconosciuti come tali. Ma a quel punto è già troppo tardi. C'è poi il problema della trasparenza: nelle policy di Google Home non si parla di operatori umani impegnati in questo lavoro di trascrizione. Una mancanza che potrebbe aprire il fianco ad eventuali problemi legali per Google.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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