E-book, mercato in crescita ma copyright e self-publishing rischiano di mettere in ginocchio il settore
Per gli amanti del libro tradizionali, dell'odore dell'inchiostro, delle pagine porose accarezzate con le dita, delle copertine e delle rilegature curate e rifinite, c'è una buona notizia e una cattiva. La cattiva è che l'era del tomo cartaceo si avvia rapidamente verso la fine, con USA e Inghilterra che hanno visto superare quest'anno le vendite degli e-book rispetto ai testi tradizionali, in particolar modo per quello che riguarda la narrativa.
La notizia buona è che questa rivoluzione per ora ha solo lambito l'Italia, che mantiene ancora una preferenza schiacciante verso i libri "analogici", al momento quasi la totalità delle scelte dei lettori. Si tratta però chiaramente di una fase transitoria, con gli e-book che anche nel nostro paese stanno lentamente prendendo piede. Pur rappresentando solo lo 0,9% nel 2011, la crescita rispetto all'anno precedente è stata del 740% e circa il 37% della nuova produzione letteraria viene pubblicato sia in forma cartacea che digitale, con oltre 38.000 titoli già disponibili sul mercato. Insomma è solo una questione di tempo prima che anche da noi la rivoluzione editoriale prenda piede, così come accaduto oltreoceano.
A prescindere dai singoli mercati nazionali però, l'avvento dell'editoria digitale porta con sè numerosi problemi, primo tra tutti quello legato al diritto d'autore. E' ormai nota la rivoluzione che internet e gli mp3 hanno portato nel mondo della musica, così come le questioni spinose che animano il braccio di ferro tra le major discografiche (o cinematografiche, il discorso è lo stesso) e il mondo della rete e del download pirata. La musica digitale se da un lato ha permesso una maggiore e più capillare diffusione dei brani al tempo stesso ha cancellato nel giro di pochissimo tempo tutta quella filiera produttiva che si nascondeva dietro alla realizzazione e alla distribuzione dei prodotti musicali. Le conseguenze sono state per molti funeste, con la chiusura di tantissimi negozi e la vendita affidata sempre più a siti online, senza dimenticare l'immenso underground della musica scaricata illegalmente.
Una rivoluzione del genere è ora temuta per quello che riguarda il settore dell'editoria. Le librerie tradizionali saranno costrette ad aprirsi a business model alternativi ma con molta probabilità saranno poche le realtà più piccole che riusciranno a sopravvivere, con il peso della grande distribuzione di giganti come Amazon che già hanno duramente messo a dura prova i piccoli esercizi commerciali anche per quello che riguarda l'editoria tradizionale. A tutto ciò va aggiunta la facilità con cui un ebook può essere messo in rete e condiviso (leggasi "scaricato illegalmente") e le enormi difficoltà per gli editori di monitorare e controllare questo traffico alternativo.
Anche il fenomeno del self-publishing rischia di complicare ulteriormente la situazione. Certo, è pur vero che i costi dell'editoria tradizionale e della distribuzione hanno rappresentato da sempre un limite molto difficile da superare per chi vuole pubblicare una propria opera, per la quale, soprattutto per i nuovi autori, molto spesso è necessario un esborso considerevole. Gli e-book promettono di abbattere questo gap economico ma al tempo stesso rischiano di cancellare la filiera produttiva tradizionale con seri problemi anche di carattere occupazionale. Trovare il bandolo della matassa sembra un'impresa tutt'altro che semplice, con gli editori alla disperata ricerca di una soluzione che permetta la sopravvivenza del comparto e al tempo stesso un ammodernamento ormai inevitabile.