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È morto Corrado Böhm, una vita dedicata all’informatica e alla matematica

A piangere Böhm non ci sono solo gli addetti ai lavori, perché il suo contributo all’informatica è più che mai vivo e presente anche nella tecnologia di oggi.
A cura di Enrico Galletti
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Si è spento a Roma, dove viveva, all’eta di 94 anni, Corrado Böhm, uno dei padri della programmazione e dell’informatica italiana. Quando i linguaggi di programmazione erano dei perfetti sconosciuti, Böhm aveva esordito con una tesi interamente basata sulla sistematizzazione di un unico linguaggio di programmazione, con un compilatore programmato per la traduzione del software sulla base delle regole del codice binario. L’ingegnere elettronico si era diplomato nel 1946 all’École Polytechnique Fédérale di Losanna. Lì aveva apprezzato e approfondito l’operato di Konrad Zuse, che poco tempo prima aveva messo a punto la macchina Z4. Ma Corrado Böhm, una volta terminati gli studi, si era posto un obiettivo. Un traguardo ambizioso da raggiungere, che parla di un legame, ancora in via di sviluppo, tra matematica e informatica. Böhm, con il suo linguaggio di programmazione e il software di traduzione sviluppato, aveva raggiunto livelli molto alti nel campo dell’informatica.

A Torino si occupa dell’organizzazione dell’istituto di Scienze dell’Informazione, che dopo quello di Pisa era il più conosciuto. E nella vita non ha mai smesso di spendersi in sperimentazioni e brevetti. Negli anni cinquanta sperimenta una macchina in grado di vagliare la simbologia, con gli strumenti input e output. Si dedicherà poi anche ad alcune applicazioni del calcolo differenziale e integrale. All’informatica ha dedicato gran parte della sua vita. A Torino ha portato a termine la creazione del Dipartimento e della Scuola di Computer Science. L’approdo a Roma nel pieno degli anni Settanta gli ha poi permesso di tirare le fila delle sue scoperte, e di teorizzarle in diverse pubblicazioni, contando sulla presenza e sul sostegno di diversi collaboratori.

La dedizione e la passione di Böhm per la computer science sono state anche oggetto di alcuni riconoscimenti. Primo fra tutti l’EATCS Award, forse il traguardo più importante a livello europeo in ambito informatico. E tra gli allievi di uno dei padri della programmazione c’è stato anche Silvio Micali, vincitore del Turing Award nel 2013. A piangere la scomparsa di Corrado Böhm non ci sono solo gli addetti ai lavori. Perché il contributo che il matematico ha dato alla tecnologia, non solo a livello italiano, è più che mai vivo nel progresso e nella continua evoluzione dei sistemi informatici.

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