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Ecco come la tecnologia ha permesso di leggere il più antico reperto della Bibbia (senza toccarlo)

Si può scartare un rotolo di antichissima pergamena senza nemmeno toccarlo? Oggi, grazie alla tecnologia, anche questo è possibile. Lo ha dimostrato una particolare tecnica impiegata con il rotolo di En-Gedi, cioè il reperto più antico legato al Vecchio Testamento.
A cura di Marco Paretti
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Si può scartare un rotolo di antichissima pergamena senza nemmeno toccarlo? Oggi, grazie alla tecnologia, anche questo è possibile. Lo ha dimostrato una particolare tecnica impiegata con il rotolo di En-Gedi, cioè il reperto che viene considerato come quello più antico legato al Vecchio Testamento e che contiene parti di uno dei primi cinque libri della Bibbia, il Levitico. Si parla di un manoscritto risalente ad un'epoca che può variare dal III o IV secolo a.C. al I secolo d.C. recuperato nel 1970 all'interno di un sito nei pressi del Mar Morto. Le condizioni del rotolo erano disastrose: intorno al ‘600 un incendio lo aveva carbonizzato quasi completamente.

Per questo ogni tentativo di aprirlo e srotolarlo avrebbe portato ad una quasi certa distruzione del reperto. Così, per anni, il rotolo è stato custodito in attesa che la tecnologia avanzasse a tal punto da consentirne la lettura senza toccarlo. È qui che entra in gioco la tecnica definita "Virtual Wrapping", sfogliamento virtuale, basata su una serie di scansioni in 3D ad alta risoluzione che richiedono una procedura piuttosto complessa per ottenere risultati utilizzabili. In breve, viene utilizzata la tomografia micro-computerizzata per calcolare la posizione dell'inchiostro sul rotolo senza la necessità di srotolarlo, per poi ottenere una versione digitale "aperta" dalla quale leggere il testo. O, per lo meno, ciò che ne rimane.

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Nel caso del rotolo di En-Gedi il risultato ha stupito persino gli esperti: "La qualità delle immagini è incredibile. È possibile leggere buona parte del testo" ha spiegato Michael Segal, direttore della Scuola di Filosofia e Religioni dell’Università Ebraica di Gerusalemme. Il reperto ha consentito di leggere 18 righe di testo (sulle 35 originarie) per ogni colonna, composte esclusivamente da consonanti: le vocali sono state introdotte solo nel IX secolo. Il testo corrisponde a quello della Bibbia ebraica, elemento che rende il reperto il più antico del Vecchio Testamento finora individuato. Il passo successivo è quello di utilizzare la stessa tecnica sui Rotoli del Mar Morto che attendono di poter essere sfogliati virtualmente: attualmente ce ne sono oltre 900 scoperti tra il 1947 e il 1956 nell'area di Qumran.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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