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Ecco il mantello dell’invisibilità: arriva dagli Usa e nasconde oggetti e persone

L’ultimo tentativo di realizzare un mantello dell’invisibilità arriva dalla University of Rochester, i cui ricercatori hanno mostrato una tecnologia in grado di occultare attivamente gli oggetti agli occhi di un osservatore.
A cura di Marco Paretti
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Fin dall'arrivo dei libri e, soprattutto, dei film di Harry Potter, il mantello dell'invisibilità è diventato un oggetto del desiderio per molti piccoli e grandi sognatori. L'ostacolo più grande, però, resta la tecnologia alla base di un prodotto che, di fatto, nasconde una persona o un oggetto dalla vista altrui, mimetizzandolo perfettamente con l'ambiente. Impossibile? Non esattamente, perché nel corso degli ultimi anni le proposte in merito sono state numerose e tutte più o meno funzionanti. L'ultima arriva dalla University of Rochester, i cui ricercatori hanno mostrato una tecnologia in grado di occultare attivamente altri oggetti anche nel caso di visuale in movimento.

Il funzionamento di questa particolare tecnica richiede l'utilizzo di una fotocamera, un tablet e una speciale lente da applicare allo schermo del dispositivo. In breve, la camera viene utilizzata per scansionare lo sfondo, le cui informazioni visive vengono poi elaborate da un software che ricrea una particolare immagine da mostrare sullo schermo del (in questo caso) tablet. Al display di quest'ultimo viene infine applicata una particolare lente che consente di nascondere efficacemente ogni oggetto che transita tra il tablet e lo sfondo, anche se l'osservatore si muove sui lati.

mantello-invisibilità

Ovviamente, data la procedura, sarà possibile solo nascondere sfondi statici, senza la possibilità di muovere quello che in questo caso funziona come un "mantello dell'invisibilità". Ma come funziona questo metodo? L'illusione dell'invisibilità è data dall'utilizzo combinato di un'immagine realizzata in seguito alla scansione e di una speciale lente, simile a quelle presenti sulle immagini simil-tridimensionali. Il sistema calcola la direzione e la posizione dei raggi di luce e fa in modo di ricreare una traiettoria "dritta", proprio come se lo sfondo si trovasse davanti ai nostri occhi. Questa tecnica è efficace fino ad una angolazione di 29 gradi grazie alla raccolta di 51 punti di vista differenti da parte della fotocamera. Insomma, un piccolo passo che ci avvicina ulteriormente al mantello dell'invisibilità di Harry Potter.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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