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Ecco perché in Giappone tutti gli smartphone sono resistenti all’acqua

Quella che da noi è solo una funzione in più, in Giappone è una caratteristica imprescindibile: gli smartphone devono essere resistenti all’acqua. Ecco perché.
A cura di Marco Paretti
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Gli smartphone resistenti all'acqua sono ormai un trend in crescita in tutto il mondo, ma in Giappone la caratteristica accompagna il mercato dei cellulari da ormai dieci anni. Se da un lato gli utenti giapponesi si sono abituati ad utilizzare gli smartphone ben prima dei consumatori occidentali, dall'altro le aziende produttrici si sono trovate a dover affrontare con maggiore intensità un problema sempre più complesso: gli acquirenti orientali vogliono telefoni resistenti all'acqua. Già, perché quella che per noi è solo una funzione in più, per i giapponesi – e in particolare le donne – si tratta di una caratteristica fondamentale.

Questo perché l'attaccamento dell'utenza asiatica nei confronti dei dispositivi portatili è talmente forte da portarli a voler utilizzare lo smartphone anche sotto la doccia o in bagno, esponendolo a una serie di possibili incidenti che quasi sempre coinvolgono proprio i liquidi. Il risultato? Tra il 90 e il 95 percento degli smartphone venduti in Giappone sono resistenti all'acqua e quindi non hanno paura di un passaggio in doccia o di una caduta accidentale nel water.  Un trend nato nel 2005 con il Casio Canu 502S e poi proseguito fino all'arrivo degli smartphone.

La particolare situazione del mercato giapponese è talmente radicata nella mente dei consumatori che aziende come LG propongono cellulari resistenti all'acqua dedicati esclusivamente al paese che poi non vengono distribuiti a livello internazionale. Allo stesso modo, l'azienda non ha lanciato il nuovo smartphone modulare G5 in Giappone perché, proprio a causa della possibilità di scambiare varie parti, non può essere reso impermeabile. Aziende come Samsung e, più recentemente, Apple hanno invece proposto smartphone resistenti all'acqua pensati anche per il mercato orientale. Insomma, fare la doccia con lo smartphone può sembrare un vizio ingiustificato, ma se un intero paese comincia a farlo, il mercato è costretto ad inseguire.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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