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Entro il 2045 i robot saranno più bravi di Messi a giocare a calcio

Messi potrebbe presto dover cedere il passo sul campo da calcio ad un avversario inaspettato. Secondo il futurologo Ian Pearson, entro il 2045 i robot correranno più velocemente, dribbleranno meglio, tireranno più forte e passeranno con più precisione la palla di quanto possano mai fare gli umani.
A cura di Marco Paretti
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Messi potrebbe presto dover cedere il passo sul campo da calcio ad un avversario inaspettato. Secondo il futurologo Ian Pearson, entro il 2045 i robot correranno più velocemente, dribbleranno meglio, tireranno più forte e passeranno con più precisione la palla di quanto possano mai fare gli umani. "In ogni sport un robot potrebbe sollevare di più, saltare più in alto, correre più veloce e tirare più forte la palla" ha spiegato Pearson. "I robot apprenderebbero il modo migliore per svolgere qualsiasi sport, per poi passare le informazioni ad altri robot. Entro il 2045 sarebbero più forti di Messi".

Il motivo che potrebbe rendere possibile questo traguardo è l'abilità dei robot di trasferire le abilità apprese ad altri androidi e continuare a migliorarsi. È come se Messi potesse trasferire le sue abilità nel calcio ad un altro essere umano. "Non posso trasferire elementi nel tuo cervello se non parlando" ha continuato Pearson. "Un robot può farlo, trasferendo esattamente le stesse memorie e abilità ad un altro robot. Se ne alleni uno, li hai allenati tutti". Ma non solo, perché secondo Pearson l'utilizzo di speciali polimeri fornirà a questi robot una forza 15 volte superiore a quella umana, rendendole vere e proprie macchine da guerra sul campo da calcio.

Ovviamente, però, non vedremo mai un robot sfidare Messi su un campo da calcio. E probabilmente le partite giocate da dei robot sarebbero estremamente noiose per gli appassionati di calcio: se puoi creare un androide in grado di segnare senza errori dalla propria metà campo o di correre a 200 miglia orarie, le partite sarebbero senza mordente. "Non sarebbe divertente da vedere" ammette Pearson. "Non c'è nulla in grado di fermare lo sviluppo di quesi robot. Non penso che la tecnologia rappresenti una barriera, semmai la barriera è il fatto che manchi un senso nel fare ciò".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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