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Errori nella geolocalizzazione dei sospettati: 10.000 casi da riesaminare in Danimarca

Le autorità hanno scoperto due errori nel sistema di fornitura e interpretazione dei dati ottenuti dalle compagnie telefoniche che dovevano servire a posizionare o escludere la presenza di sospettati sulla scena di un crimine, ma anche in altri Paesi potrebbero essere stati commessi errori simili.
A cura di Lorenzo Longhitano
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La posizione di un telefono cellulare determinata dai ripetitori ai quali è agganciato viene spesso utilizzata come prova di colpevolezza o innocenza nei casi giudiziari in tutto il mondo, poiché considerata affidabile e incontrovertibile. Una scoperta che risale a pochi giorni fa però potrebbe scuotere alle fondamenta questo principio: in Danimarca infatti le autorità si sono trovate costrette a riprendere in mano più di 10.000 casi già chiusi, dopo aver riscontrato errori nella fornitura e nell'interpretazione dei dati ottenuti dalle compagnie telefoniche che dovevano servire a posizionare o escludere la presenza di sospettati sulla scena di un crimine.

La storia l'ha raccontata il New York Times: secondo quanto dichiarato dalle autorità locali gli errori riscontrati sono di due tipi. Il primo risiedeva nel sistema di conversione che traduce i dati grezzi raccolti dalle compagnie telefoniche e forniti agli investigatori e che ha fornito informazioni più approssimative del dovuto; il secondo e ben più grave bug attribuiva la vicinanza di alcuni cellulari a ripetitori ai quali invece non sono mai stati agganciati, potenzialmente scagionando individui colpevoli o incastrandone di innocenti.

In realtà è difficile che l'esito di un verdetto si basi esclusivamente su questi dati, che vengono utilizzati come prove a sostegno di un'accusa piuttosto che elementi fondanti. Questo non toglie che si tratti di un problema grave, come ammesso dal procuratore capo Jan Reckendorff: i casi influenzati dai dati corrotti risalgono anche al 2012 e il ministro della giustizia danese ha istituito un gruppo di lavoro con lo scopo di riesaminarli e capire in quali di questi il posizionamento sia stato un fattore determinante per il loro esito.

Il timore ora è che una situazione simile a quella venuta alla luce in Danimarca possa in realtà riguardare anche altri Paesi. È difficile in effetti che in ambito giudiziario venga messa in discussione l'affidabilità di questi dati dal punto di vista tecnico: una volta che finiscono in un processo vengono infatti generalmente discussi da accusa e difesa che ne sottolineano o sminuiscono l'importanza, ma sempre partendo dall'assunto che vadano considerati attendibili; la vicenda emersa in questi giorni suggerisce invece che queste informazioni potrebbero anche essere completamente infondate.

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