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Facebook aperto anche ai minori di 13 anni, la folle idea di Mark Zuckerberg

A Menlo Park stanno studiando uno stratagemma per avvicinare i più piccoli al social network in “totale sicurezza” per rispondere al problema delle iscrizioni con le date di nascita truccate. Anche i più piccoli ora saranno attirati nel mondo di tag e like. Ma è davvero un bene?
A cura di Angelo Marra
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Facebook intende aprire le sue porte anche ai minori di 13 anni, attualmente esclusi ufficialmente dal servizio. Ufficialmente però, visto che secondo alcune ricerche sono oltre 7 milioni gli utenti che hanno mentito sulla propria data di nascita per potersi iscrivere al sistema non rispettando l'età minima. Uno stratagemma estremamente semplice che permette la creazioni di account anche se si è in fasce (ammesso di riuscirci) ed è praticamente impossibile da evitare, a meno di legare l'account ai propri dati anagrafici depositati presso la PA. A rendere però ancora più sconvolgente la cosa c'è il fatto che almeno un terzo dei genitori non solo è consapevole dell'utilizzo di Facebook da parte di bambini ma lascia correre se non addirittura approva. Meno Park del resto non è certo pago di aver lobotomizzato quasi una persona su sette sull'intero pianeta e punta al mercato dei bambini, da sempre uno dei preferiti di marketers e pubblicitari.

LA SCELTA DI FACEBOOK – Come risolvere il problema delle iscrizioni truccate ed evitare che i bambini vengano a contatto con i pericoli e le insidie delle reti sociali? Educando forse i genitori a consigliare i parchi e le partite di calcetto al posto delle ore davanti al pc? Sensibilizzare le scuole perchè formino nuove generazioni che facciano un uso sano ed equilibrato delle nuove tecnologie? Affatto, la soluzione di Zuckerberg e soci è quella di aprire la piattaforma ai minorenni studiando sistemi che permettano ai genitori (anche loro ovviamente devono essere iscritti) di controllare ed approvare richieste di amicizia, post e tutto il resto dell'attività che normalmente si svolge sul sito. L'idea che un ragazzino accetti la moderazione dei genitori sulla propria vita social è quantomeno bizzarra e non tiene conto tra l'altro che, come è possibile creare account mentendo sulla data di nascita è possibile alla stessa identica materia “mentire” sui propri legami familiari (ad esempio impostando come “madre” un proprio account falso costruito ad hoc, anche se in questo caso conviene di sicuro creare direttamente un profilo adulto e utilizzare quello). Al momento non esiste una maniera di verificare l'esattezza dei dati inseriti all'atto dell'iscrizione e piuttosto che studiare soluzioni per ospitare i più piccoli senza spaventare i genitori occorrerebbe insegnare a quest'ultimi che almeno l'infanzia andrebbe tutelata e preservata da certi pericoli.

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