Durante la giornata di ieri Facebook e tutte le applicazioni ad esso collegate – comprese Messenger, Instagram e WhatsApp – hanno smesso di funzionare per circa tre ore. Un down improvviso che ha colpito tutto il mondo, lasciando nel panico molti utenti privati della possibilità di contattare i propri amici, se non utilizzando altre applicazioni come Telegram o i semplici SMS. Non è la prima volta che nel corso degli ultimi anni i servizi di Zuckerberg vanno offline improvvisamente, una serie di problematiche mai realmente spiegate dal social network ma che probabilmente hanno a che vedere con l'imminente unificazione di tutti i servizi di Menlo Park che potrebbe aver generato dei problemi all'interno dei server. Ma quanto costa a Zuckerberg ogni ora di down?
Rispondere a questa domanda è difficile, perché per calcolare i ricavi persi dal colosso di Menlo Park durante le ore passate offline bisognerebbe tener conto di vari aspetti legati agli annunci e non solo. Come spiega Il Sole 24 Ore, però, un ragionamento in questo senso è possibile, anche basandosi sulle stime degli analisti in merito a quelli che saranno i ricavi del social network nel corso del 2019, una cifra che si aggira intorno ai 68,98 miliardi di dollari. In questo contesto si può a grandi linee individuare un ricavo medio giornaliero di 189 milioni di dollari, cioè 7,8 milioni di dollari generati dalla pubblicità ogni ora. In tre ore offline, quindi, il social avrebbe perso circa 23,4 milioni di dollari.
Si tratta ovviamente di calcoli molto approssimativi, ma che possono dare un'idea generale su quanto possa costare a Facebook un down di questo tipo. Questo perché la pubblicità non pubblicata durante il periodo di blackout va ovviamente recuperata e quindi porta a perdite milionarie. Peraltro non bisogna dimenticare che il blocco di ieri ha colpito anche Instagram, WhatsApp e Messenger, quindi, soprattutto nel primo caso, i problemi tecnici hanno portato a perdite ancora più ampie per l'azienda. Senza contare che, a cascata, anche gli influencer che pubblicano post sponsorizzati sulle piattaforme hanno perso quelle tre ore e, potenzialmente, altri soldi.