Mark Zuckerberg ha fatto retromarcia dopo che il social network ha rimosso un post pubblicato da un attore pakistano nel quale affermava che ridicolizzare l'Islam era come chiamare una persona di colore "negra" o descrivere Hitler come il messia.
In seguito alla pubblicazione, Hamza Ali Abbasi ha ricevuto una comunicazione da parte di Facebook nella quale gli veniva riferito che il post era stato eliminato poiché non rispettava le linee guida della comunità. In più, il suo profilo è stato disattivato.
Raggiunto dalla notizia, Zuckerberg ha subito spiegato che l'intera faccenda era stata probabilmente causata da un errore del team dedicato al controllo dei post e ha chiesto alla responsabile Justin Osofsky di controllare di persona.
"Non penso che avrebbero dovuto bloccarlo" ha spiegato Zuckerberg in un commento "Il nostro team potrebbe aver commesso un errore. Justin, puoi darci un'occhiata?". L'attore si era già lamentato dell'azione sulla sua pagina pubblica, dove aveva sarcasticamente domandato se fosse questa la definizione di libertà di espressione sostenuta dai paesi occidentali.
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"Come accennato da Mark, abbiamo sbagliato ad eliminare questo contenuto" ha spiegato in seguito la Osofsky "Cerchiamo di fare del nostro meglio, ma ogni tanto facciamo degli errori. Ci scusiamo per questo inconveniente e speriamo che l'autore possa pubblicare nuovamente il post, perché da parte nostra non è più possibile recuperarlo. Grazie per avercelo segnalato".
Non è la prima volta in cui Facebook diventa protagonista di questioni legate all'Islam. Nel 2010 un estremista pakistano aveva combattuto per far condannare a morte Zuckerberg poiché l'ideatore del social network non aveva impedito la pubblicazione di un contenuto su Maometto. Zuckerberg non è stato condannato, ma Facebook è stato oscurato nel paese.