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Facebook in crescita nel Medio Oriente: aumentano anche le rivoluzioni?

C’è una correlazione tra le proteste nei paesi del Nord Africa e del Media Oriente e l’uso di Facebook? Non possiamo negare che anche il famoso social network abbia qualche merito in questa rivolte. Scopriamo meglio come e perchè…
A cura di Mario Maaroufi
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Avrete sicuramente seguito tutti i recenti sviluppi della crisi libica, culminata con l'attacco alle truppe fedeli al colonnello Gheddafi da parte delle forze della coalizione. Quello che sta succedendo in Libia è solo l'ultima delle recenti rivolte che hanno interessato tutto il mondo arabo tra il Nord Africa e il Medio Oriente: si è partiti dalla Tunisia con la rivolta contro l'aumento dei prezzi del pane per arrivare poi all'Egitto. E, oltre alla Libia, non dimentichiamo che anche il Bahrein sta affrontando una situazione molto simile, con folle di manifestanti schierate contro il regime al Governo.

Una sorta di presa di coscienza dei popoli arabi che, finalmente, hanno scelto di schierarsi apertamente contro i regimi autoritari che li governavano da decenni. E, almeno per quanto riguarda la Tunisia e l'Egitto, le rivolte hanno portato al risultato sperato. Si è parlato tanto del ruolo rivestito dai social network in queste rivoluzioni, in particolare per Facebook e Twitter. Basti pensare alla candidatura della rete al Nobel per la pace, proprio grazie all'uso che i protestanti hanno fatto dei social network, con i quali sono riusciti ad organizzarsi.

L'uso di Facebook è in crescita in quasi tutti i paesi del Medio Oriente, dell'Asia Centrale e del Nord Africa, come potete osservare dalla seguente tabella:

Facebook-Growth-Middle-East3

Per quanto riguarda l'aumento degli utenti nel mese di marzo, il paese che ha fatto registrare la crescita più grande è stato l'Egitto con 450 mila utenti. Poco più in basso l'Arabia Saudita, a quota 420 mila, seguita in terza posizione dal Pakistan. E' interessante notare inoltre, il grado di coinvolgimento della popolazione totale: la Tunisia è ai primi posti, con il 21% della popolazione sul social network.

Questo non vuol dire che Facebook non riesca a fare da catalizzatore, perché è stato comunque utilizzato dagli organizzatori delle proteste per comunicare. tra loro e organizzare le rivolte. Non ci resta che aspettare ulteriori conferme dalle crisi attualmente in evoluzione…

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