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Facebook, sul social network gli utenti perdono la cognizione del tempo

La rivista Journal of Applied Social Psychology ha pubblicato un interessante studio condotto dai ricercatori dell’Università del Kent su Facebook e la cognizione del tempo.
A cura di Matteo Acitelli
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La rivista Journal of Applied Social Psychology ha pubblicato un interessante studio condotto dai ricercatori dell'Università del Kent su Facebook e la cognizione del tempo. Come riportato nella nota rivista scientifica, infatti, l'esperimento condotto dai ricercatori dell'University of Kent evidenziano che gli utenti sul social network di proprietà di Mark Zuckerberg perdono la cognizione del tempo.

Per evidenziare questo risultato gli studiosi britannici hanno condotto un test su 44 persone, monitorando le loro risposte quando venivano mostrate 20 immagini, alcune relative a Facebook, altre a Internet in generale ed altre ancora neutre. Ognuna delle 20 fotografie è stata mostrata per un centro intervallo di tempo, al termine del quale è stato chiesto di indicare se si fosse trattato di un periodo breve o lungo.

"Abbiamo trovato le prove che gli stimoli collegato a Facebook e a Internet possono distorcere la cognizione del tempo a causa di meccanismi legati a fattori come l’attenzione e l’eccitazione"

I risultati dei partecipanti hanno evidenziato che, nella maggior parte dei casi, il tempo trascorso a osservare le immagini collegate al social network di Zuckerberg è stato sottostimato, sottolineando il fatto che le immagini legate a Facebook cambiando il modo in cui gli utenti prestano attenzione, influenzano di conseguenza il tempo. Come spiegato dagli studiosi della Università del Kent, dunque, le persone prestano più attenzione alle foto collegate a Facebook rispetto ad altri contenuti pubblicati su altri siti web, proprio come se avessero perso la cognizione del tempo. Lo studio potrebbe ora aprire nuovi scenari nella ricerca relativa ai comportamenti di dipendenza, tra i quali quelli da internet e dei social network.

"Questo risultato mette in evidenza che gli stimoli collegati a Facebook portano a una sovrastima del tempo rispetto agli stimoli legati a Internet ed entrambi superano di gran lunga gli stimoli forniti dalle immagini neutre dove la cognizione del tempo è più realistica"

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