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Facebook utilizza il bluetooth dei telefoni anche quando l’app non è in funzione

La denuncia arriva dagli utenti iPhone che hanno già aggiornato il telefono a iOS 13. La nuova versione del sistema operativo è progettata per costringere le app a chiedere agli utenti il permesso di accedere alle componenti che possono servire a tracciare la posizione dei dispositivi, e i messaggi di avviso che ne sono conseguiti non sono passati inosservati.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Gli sviluppatori che hanno messo in anticipo le mani sull'aggiornamento di iPhone ad iOS 13 sapevano già che la nuova versione del sistema operativo sarebbe stata più inflessibile nel controllare i tentativi delle app di accedere ai dati degli utenti. Ora però il software sta per arrivare su decine di milioni di iPhone compatibili, e i relativi proprietari faranno meglio a prepararsi a una serie di notifiche che riguarderanno app come Facebook e YouTube. A renderlo noto sono proprio gli utenti che hanno già installato in anticipo una delle versioni preliminari di iOS 13, e che si sono viste apparire sul telefono degli avvisi nei quali veniva loro richiesto di dare a queste app il permesso di utilizzare le antenne Bluetooth e GPS.

C'è un motivo dietro a questi avvisi. Come anticipato a lungo da Apple, iOS 13 incorpora sistemi di protezione della privacy più rigidi rispetto al passato, e in particolare farà sapere agli utenti quando le app cercheranno di accedere a elementi del telefono in grado di tracciare la posizione di chi lo usa. Il motivo è semplice: queste informazioni possono essere utilizzate per tratteggiare un profilo degli utenti a scopo pubblicitario (ad esempio inviando annunci relativi a prodotti o servizi nelle vicinanze), e non è detto che questo vada a genio a tutti.

La nuova versione del sistema operativo permetterà dunque di decidere se e per quanto tempo le app possano accedere a queste risorse, oppure se siano costrette a chiedere il permesso ogni singola volta che tentano di mettersi in contatto con questi elementi. Le richieste compariranno sullo schermo sotto forma di finestra pop-up, e sarà dunque difficile ignorarle; non per niente proprio Facebook alla vigilia del lancio dei nuovi iPhone 11 aveva pubblicato un lungo intervento nel quale tentava di spiegare in anticipo come mai gli utenti iPhone si sarebbero presto trovati ad avere a che fare con simili messaggi.

Resta il fatto che non esiste un motivo noto per cui Facebook dovrebbe voler accedere al Bluetooth dei telefoni degli utenti, e chi tiene particolarmente alla propria privacy può tranquillamente decidere di non fornire alcun permesso del genere, perdendo caratteristiche marginali che sicuramente non compromettono il funzionamento del software. Lo stesso discorso vale nel momento in cui iOS dovesse iniziare a denunciare il comportamento troppo curioso di app che a rigor di logica non dovrebbero avere accesso a Bluetooth e GPS: la decisione negare i permessi richiesti si può comunque revocare dalle impostazioni del telefono in ogni momento.

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