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Facebook vuole le tue foto di nudo (per proteggerti dal revenge porn)

Facebook ha iniziato una nuova fase di test, in Australia, che riguarda stavolta il fenomeno del “revenge porn”. Il test prevede che gli utenti carichino su Messenger immagini di nudo etichettandole come “immagini intime non consensuali”.
A cura di Francesco Russo
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Facebook ha iniziato una nuova fase di test, in Australia, che riguarda stavolta il fenomeno del "revenge porn", un fenomeno che ha visto spesso protagonista, in negativo, proprio la piattaforma di Mark Zuckerberg. Il test, che vede la collaborazione dell'ufficio di sicurezza online, è costituito da un sistema che è in grado di intercettare, e quindi eliminare, in maniera tempestiva eventuali contenuti pornografici diffusi sulla piattaforma. Per fare questo, viene richiesto agli utenti, che temono di poter cadere in qualche trappola da "revenge porn", di caricare su Messenger loro foto di nudo. Questo serve per proteggere in modo preventivo l'utente da qualsiasi tipo di minaccia.

Facebook quindi passa al contrattacco del fenomeno del "revenge porn" mettendo a punto, insieme alle autorità australiane per la sicurezza online, un sistema di prevenzione del fenomeno. Al momento è attiva una fase di test, ma quello che colpisce è che viene richiesto agli utenti uno sforzo non indifferente. Infatti, per potersi proteggere da eventuali minacce, gli utenti devono caricare proprie immagini di nudo sulla piattaforma.

Il test prevede la compilazione di un questionario, predisposto dall'ufficio per la sicurezza online, da parte degli utenti, i quali, subito dopo, devono caricare su Messenger foto in cui sono ritratti nudi allegando l'etichetta "immagine intima non consensuale". Questa etichetta diventa un vero e proprio documento che Facebook adotta per segnalare quell'immagine come sensibile "non consensuale", una dicitura che dovrebbe proteggere l'utente da una qualsiasi minaccia di "revenge porn".

Il test al momento sta facendo molto discutere, soprattutto per la richiesta preventiva di immagini di nudo. Ma Facebook tiene a sottolineare che le immagini non resteranno nella memoria della piattaforma, verrà utilizzata solo l'etichetta allegata alla foto. È una modalità che lascia molti interrogativi, soprattutto per la condivisione delle immagini e sulla garanzia che questa stesse immagini restino solo nelle mani degli utenti. Resta poi il problema di eventuali modifiche che possono essere apportate alle stesse immagini col rischio di non combaciare del tutto con l'originale.

Ma Facebook si dice fiduciosa del metodo, per ora in fase di test solo in Australia dove il fenomeno del revenge porn è molto diffuso e dove negli ultimi tempi si sono moltiplicate le iniziative con il fenomeno del revenge porn.

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