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Talebani a Kabul: le ultime news sull'Afghanistan

Facebook, YouTube e TikTok contro i talebani, Twitter nicchia: i social divisi sull’Afghanistan

Mentre i cittadini tentano la fuga e le donne temono per la propria vita e la propria libertà, i rappresentanti dell’autoproclamato emirato islamico stanno facendo di tutto per qualificarsi come interlocutore affidabile agli occhi degli altri Paesi. Questa strategia passa anche attraverso i social, che però stanno reagendo alla situazione in modo non omogeneo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il ritorno dei talebani al governo dell'Afghanistan sta continuando a preoccupare la comunità internazionale ma prima di tutto gli stessi residenti, che in alcuni casi hanno iniziato a temere per la loro stessa vita tentando fughe disperate dal Paese. E se da una parte le testimonianze raccontano di donne nascoste, proteste accolte da sparatorie e intere famiglie angosciate dal timore di ritorsioni e violenze, dall'altra i rappresentanti dell'autoproclamato emirato islamico stanno facendo di tutto per qualificarsi a parole come interlocutore affidabile agli occhi degli altri Paesi. Questa strategia passa anche attraverso i social, dove i portavoce e i rappresentanti dei talebani stanno tentando di diffondere comunicazioni dal tono fermo ma pacato, dirette ai cittadini ma anche al di fuori dei confini nazionali.

Facebook criticata dai talebani

Le scorse ore da questo punto di vista sono state caratterizzate dalla presa di posizione di Facebook, che ha ribadito che si impegnerà a bloccare i contenuti e i profili dei talebani su tutte le sue piattaforme. Sul social principale e su quello fotografico Instagram l'azione ha avuto un certo successo, ma ha anche prestato il fianco a paradossali critiche da parte degli stessi talebani, che nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella giornata di martedì 17 agosto hanno accusato il social di censurare la loro libertà di parola.

WhatsApp a caccia del filo diretto con i cittadini

Su WhatsApp sono stati invece bloccati ed esplusi dalla piattaforma i numeri di telefono che il nuovo governo aveva fatto circolare tra i cittadini per chiedere loro di segnalare incidenti e atti illegali sul territorio. La realtà però è che è impossibile pensare che la piattaforma rimanga libera dalle comunicazioni provenienti dai talebani o che avvengono tra membri delle milizie: quelli che sono stati bloccati sono numeri resi noti direttamente dai rappresentanti dei talebani, e che era dunque facile scovare e bloccare; per tutte le altre chat vale il principio cardine di WhatsApp, ovvero la crittografia. Neppure i gestrori della piattaforma possono leggere i messaggi scambiati al suo interno, e per stanare gruppi e account gestiti dai talebani il gruppo Facebook deve basarsi sui pochi elementi che restano fuori da questa protezione, come i nomi e le descrizioni dei gruppi e le foto dei profili.

Le posizioni di TikTok e YouTube

Tra i maggiori social che hanno assunto posizioni simili a quelle del gruppo Facebook spiccano YouTube e TikTok. Le due piattaforme di condivisione video hanno fatto sapere che rimuoveranno in modo proattivo i contenuti provenienti da eventuali membri dei talebani o da utenti che manifestano sostegno per le posizioni dell'organizzazione. Entrambe le realtà hanno dimostrato di non essere infallibili quando si tratta di moderazione dei contenuti problematici, ma hanno almeno assunto un impegno in questo senso. Twitter d'altro canto ha assunto posizioni meno drastiche: da una parte ha affermato che rimarrà vigile sulla situazione, ma nel frattempo sta lasiando online account di membri o portavoce dei talebani in Afghanistan che hanno accumulato ormai complessivamente quasi un milione di seguaci.

Twitter controcorrente

Il social dei cinguettii era già finito sotto i riflettori giorni fa proprio per questo motivo e in queste ore la posizione dei gestori non sembra cambiata, nonostante la piattaforma rappresenti un megafono potente per i talebani in Afghanistan che – tweet dopo tweet – stanno raccontando da giorni una versione della loro presa di potere ben diversa da quella che emerge dalle testimonianze sul posto. Le comunicazioni via Twitter di profili come quello del portavoce Zabihullah Mujahid continuano a contrastare non solo con i racconti che provengono dalle città conquistate, ma anche con lo stesso passato del gruppo – eppure vengono lette da centinaia di migliaia di persone e rilanciate da organi di informazione presenti in tutto il mondo; il tutto senza timore di ritorsioni delle quali hanno ora invece paura parecchi cittadini afghani nel denunciare la loro nuova condizione.

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