Galaxy Note Edge, la video recensione del phablet di Samsung con il display curvo
Quando qualche anno fa si iniziò a parlare per la prima volta di display flessibili, la mia mente da nerd incallito iniziò subito a prendere il largo, immaginando dispositivi mobili composti da un semplice foglio, che sarebbe stato possibile ripiegare e riporre in tasca. Una soluzione piuttosto scomoda e ben distante dal concetto che attualmente si ha di smartphone, ma che in effetti avrebbe potuto dare vita a una nuova generazione di dispositivi, che con il tempo avrebbero iniziato a far parte della quotidianità proprio come è successo con i telefoni cellulari. Pura fantascienza? molto probabilmente, ma con il tempo le cose stanno cambiando molto, molto lentamente, e il problema non è dovuto esclusivamente alla tecnologia.
Ci ha provato LG con il suo G Flex e dopo circa un anno ci riprova Samsung con il nuovo Note Edge, due smartphone con display curvo che nonostante siano profondamente diversi tra loro, sono uniti da un sottilissimo filo conduttore che consiste nella domanda che le persone si pongono la prima volta che li utilizzano: "è bello, bellissimo, ma a cosa serve?".
Ed è proprio di questo che parleremo in questa recensione. Di idee, di innovazione, e del futuro di una tecnologia che – almeno per ora – per quanto possa essere affascinante, non è ancora riuscita a convincere neppure i power-user di smartphone e tablet. D'altronde, perché spendere circa 100 euro in più rispetto al prezzo ufficiale di un Note 4 (arrivando alla somma di 869 euro), per acquistare il Note Edge con display curvo?
Design e comodità d'uso
Se avete visto la nostra videorecensione del Samsug Galaxy Note 4, allora sarete già a conoscenza di tantissime caratteristiche hardware e software dell'Edge: i due smartphone sono praticamente identici. E proprio come nel Galaxy Alpha prima, e nel nuovo Note 4 poi, anche il Galaxy Edge e caratterizzato da una cornice in alluminio satinato. L'ovvia differenza tra i due phablet di Samsung è nel display, che nell'Edge è curvo su un lato e che a parer nostro è senza ombra di dubbio uno dei migliori display mai visti in un dispositivo mobile – se non il migliore – grazie ai suoi fantastici colori, i neri profondi e una pazzesca densità di pixel per pollice.
E' chiaro che data la curvatura il display è anche l'elemento caratterizzante del design del nuovo Note Edge, che si allontana da quello del Note 4 non solo per l'estensione dello schermo anche sul bordo destro, ma soprattutto per il posizionamento del tasto d'accensione nella parte superiore del dispositivo, un particolare che seppure possa sembrare di scarsa importanza, influisce parecchio nell'utilizzo di tutti i giorni, rendendo scomoda la disattivazione dello schermo, soprattutto considerandone le generose dimensioni.
Dimensioni, in effetti, ancora più importanti di quelle che caratterizzano il Note 4 soprattutto per quanto riguarda la larghezza, che a causa della curvatura del display nel nuovo nato in casa Samsung è aumentata sensibilmente, rendendo il dispositivo non solo asimmetrico ma ancora più difficile da utilizzare con una mano. E' chiaro però che non si tratta di uno smartphone qualunque, e il discorso "non lo si riesce a utilizzare con una mano" perde valore ancora prima di pronunciarlo. Dai ragazzi, è un phablet, e i phablet non si possono utilizzare con una mano comodamente.
Nonostante la curvatura laterale dell'Edge risulti scomoda inizialmente (anche se il termine più adatto sarebbe "strana"), è una cosa alla quale ci si abitua molto facilmente, ed entrati nell'ottica del dispositivo diventa qualcosa della quale in effetti non si riesce più a fare a meno: avere accesso alle proprie applicazioni e ai propri contatti preferiti, poter visualizzare le notifiche perse oppure (ad esempio) i top trend di Twitter, effettuando un semplice swipe con il pollice e senza dover utilizzare il pannello delle notifiche, è una possibilità che rivoluziona sensibilmente il feeling e la comodità d'utilizzo del dispositivo. E' incredibilmente comodo e mi rendo conto che è una comodità difficile da comprendere: io stesso per abituarmici e apprezzarla a pieno ho dovuto utilizzare lo smartphone per qualche giorno, e ora anche quando utilizzo l'iPhone 6 Plus ne sento la mancanza. E' chiaro però che si tratta di una novità della quale si può fare a meno, ed è proprio questo il succo del discorso. Ma ci arriveremo a breve.
Il concetto di esperienza d'uso sul quale si fonda il Galaxy Note Edge non è poi così diverso da quello che da tempo accompagna tutti gli altri phablet dell'azienda sudcoreana, ma fondamentalmente è stata arricchito da una colonna laterale aggiuntiva, accessibile da qualsiasi applicazione, nella quale sono stati inseriti una serie di widget che si possono gestire effettuando swipe laterali e verticali, e che nelle applicazioni supportate aggiunge un ulteriore spazio di lavoro nel quale, nella stragrande maggioranza dei casi, sono posizionati tutti gli elementi grafici di controllo: nell'applicazione fotocamera, il tasto di scatto, le impostazioni e tutti gli altri elementi dell'interfaccia grafica sono stati posizionati proprio nella nuova colonna, rendendo l'anteprima dell'immagine totalmente priva da elementi grafici invasivi.
Nel caso in cui si utilizzi un'applicazione che non supporta questa nuova funzionalità, nella colonna sarà visualizzato un piccolo messaggio testuale personalizzabile, e con uno swipe saranno visualizzati i widget attivati, in modo da avviare molto più velocemente un'altra applicazione o per effettuare una chiamata vocale senza dover necessariamente chiudere l'applicazione in esecuzione o utilizzare la gestione del multitasking.
Insomma, per molti la barra laterale curva del Galaxy Note Edge potrebbe sembrare inutile. Ma credetemi, una volta che ci si abitua ci si rende conto che è un'elemento di certo non essenziale, ma veramente molto comodo. E qualora vi stiate chiedendo i mancini potrebbero utilizzare l'Edge senza problemi, la risposta è si: l'interfaccia del phablet di Samsung si ruota di 180° in modo da poter essere utilizzata anche con la mano sinistra, è chiaro però che a quel punto ci si ritroverebbe con la capsula per le chiamate in basso e con il tasto home in alto.
Hardware e batteria
Conoscendo ormai bene il Note 4, c'è ben poco da dire sulle caratteristiche tecniche del Galaxy Note Edge. Proprio come il "Re dei phablet", anche il Galaxy Note Edge è animato da un processore Qualcomm Snapdragon 805 da 2.7 GHz, affiancato da 3 GB di memoria RAM e una GPU Adreno 420. Lo storage interno è di 32 GB espandibili tramite microSD.
Insomma, anche il Galaxy Note Edge è un dispositivo velocissimo, nel quale eccetto qualche piccolissimo rallentamento palesemente dovuto all'ottimizzazione non del tutto perfetta dell'interfaccia grafica (soprattutto nella gestione del multitasking), non si rileva alcun problema relativo alle prestazioni.
L'uniche vere differenze tra il Galaxy Note Edge e il Galaxy Note 4 sono quelle relative al display e alla batteria. Nonostante la zona frontale del display utilizzato nell'Edge sia di fatto leggermente più piccola rispetto a quella utilizzata nel Note 4, la risoluzione sale a 2560 x 1600 pixel, 160 pixel in più rispetto ai tradizionali QHD, il che è dovuto ovviamente per la parte curva dello schermo.
Il pannello utilizzato nel nuovo phablet di Samsung è un pezzo singolo, curvato nel lato destro fino a raggiungere – quasi – l'estremità inferiore del bordo. Una caratteristica che se dal lato pratico potrebbe creare pareri contrastanti, dona senza ombra di dubbio un fascino molto particolare al dispositivo, che nella stragrande maggioranza dei casi farà rimanere a bocca aperta chiunque lo veda per la prima volta.
Ma per quanto possa essere affascinante e – per quel che mi riguarda – comoda, la curvatura dello schermo del Note Edge non è perfetta ed è come se iniziasse troppo presto: il risultato è un fastidioso effetto che vede l'interfaccia grafica di tutte le applicazioni deformata all'estrema destra, proprio nel punto esatto in cui inizia la curvatura che, seppure renda utilizzabile la GUI del sistema operativo anche nel bordo dello smartphone, in realtà ne sfrutta solo metà dello spazio. Insomma, in soldoni, è vero che lo schermo del Note Edge è curvo, ed è vero che la curvatura si estende nella cornice destra del dispositivo, ma in realtà la parte curva del pannello è per metà nella zona frontale dello smartphone. E l'effetto che si ha con alcune applicazioni non è bellissimo.
Rimaniamo perplessi anche per quanto riguarda la batteria, che nell'Edge passa dai 3220 mAh ai 3000 mAh, a fronte di un display con una risoluzione maggiore e di un sistema che in via generale consuma di più rispetto a quello del Note 4. Il risultato è una sensibile riduzione nell'autonomia che, sia chiaro, con un utilizzo medio/intensivo è comunque in grado di alimentare il phablet per una giornata intera, ma che in effetti è ben distante dalla reale tranquillità che si ha quando si utilizza un Note 4, con il quale non si pensa minimamente di caricare il dispositivo nel corso della giornata. Fantastica la ricarica veloce, in grado di ricaricare lo smartphone da 0 al 50 percento in meno di mezz'ora.
Software
Out of the Box il Galaxy Note Edge viene venduto con Android 4.4.4 (molto) personalizzato dalla TouchWiz, una delle interfacce grafiche più amate e odiate nel mondo Android, ma che svolge senza dubbio il suo lavoro, soprattutto in un dispositivo come l'Edge nel quale, ancor più del Note 4, è necessaria una GUI studiata in ogni minimo particolare per sfruttarne tutte le potenzialità, a partire dal pennino con 2048 livelli di pressione e le funzionalità software che ne derivano, che in effetti sono le solite già viste nel Note 4, fino ad arrivare a S-Health, e il dubbio sensore per le impronte digitali e il sensore per il battito cardiaco, che per quanto possa essere utile per scattare i selfie con la fotocamera anteriore, in realtà poco utile e poco preciso.
Con la nuova versione della TouchWiz, quelli di Samsung hanno deciso di rendere molto più intuitiva l’interfaccia grafica, e per farlo hanno modificato ancora di più i menù di sistema, soprattutto per quanto riguarda le impostazioni generali, che diventano sì ancora di più user friendly, ma che effettivamente si allontanano anni luce dal concetto di puro Google Experience, e se di fatto semplificano l’utilizzo delle principali funzioni, nel contempo rendono l’accesso a una serie di impostazioni molto più macchinoso e complicato.
E' chiaro che la caratteristica software più importante del nuovo phablet di Samsung è nella zona dell'interfaccia grafica dedicata alla porzione curva del display, gestita a "barre" a scorrimento laterale, nella quale verranno visualizzate anche le notifiche. Ma c'è un problema: il testo delle notifiche viene formattato orizzontalmente e visualizzato verticalmente. Il risultato è che per riuscire a capirci qualcosa bisognerà ruotare il dispositivo. Scorrendo la barra dall’alto verso il basso inoltre, si avrà l'accesso rapido a una serie di toggle come un cronometro, un timer, la torcia, il registratore vocale e, udite udite, un righello. Esatto, avete capito bene. Con il Galaxy Note Edge non avrete mai più bisogno di andare alla disperata ricerca di un righello, ma lo avrete sempre in tasca! E sì, è sarcasmo.
E' anche disponibile un'App Store per scaricare delle barre aggiuntive, ma al momento del lancio i contenuti da scaricare sono veramente pochi, e includono una serie di barre nelle quali sarà visualizzato l'ammontare di memoria RAM utilizzata e il limite di traffico dei dati, oltre che a una serie di mi-nigiochi dalla dubbia qualità.
Fotocamera
Nel Note Edge è stato utilizzato lo stesso, identico, comparto fotografico presente nel Note 4. Un sensore da 16 megapixel in formato 16:9 (e già, avete capito bene, sedici noni) che in condizioni di alta luminosità è in grado di realizzare scatti ben bilanciati, dettagliati e dall’alta qualità. I problemi però arrivano quando si scattano foto in ambienti poco luminosi, dove anche il Note Edge da il peggio di se e anche per colpa di un’elaborazione software troppo invasiva, rende gli scatti poco luminosi e troppo pastellati. Idem con patate anche per quanto il gruppo ottico utilizzato nella fotocamera posteriore, caratterizzato da un angolo di ripresa poco ampio. Davvero un peccato.
Ottimi i video, che possono essere realizzati in FullHD e in 4K UltraHD e che usufruiscono di un buono stabilizzatore delle immagini. Interessanti gli slowmotion, che arrivano finalmente a 240 fps, ma che purtroppo non sono ancora gestibili con un editor al pari di iPhone e Z3 e non registrano l’audio.
Conclusioni
Insomma, a conti fatti dare un giudizio oggettivo al Note Edge è molto più complicato di quello che sembra. Tornando alla domanda iniziale, vale la pena aggiungere circa 100 euro al prezzo di vendita ufficiale del Note 4 esclusivamente per il display curvo? così, su due piedi, avrei subito detto di no. Il discorso però è molto più complesso, e dopo aver utilizzato per un periodo sufficientemente lungo il Note Edge, ci si rende conto che la barra curva del display non è poi così male. E di certo ha molto più senso del mero display curvo del Galaxy Round o dell'LG G Flex.
E' chiaro però che il Galaxy Note Edge è un phablet fantastico, perché il Galaxy Note 4 è un phablet fantastico, e la comodità di avere un lato curvo del dispositivo da poter utilizzare (soprattutto) con il pollice e con una mano è ben poca cosa rispetto alle ottime prestazioni, alla fantastica qualità del display e a tutte le altre caratteristiche che rendono il Note 4 il "Re dei phablet". L'effetto del display curvo nel Note Edge è senza dubbio molto scenografico, e utilizzandolo con costanza ci si rende subito conto che introduce una serie di funzioni che per quanto possano non essere vitali, rendono l'utilizzo del dispositivo più semplice e dinamico. Ma no, ad oggi ne Samsung, ne LG, ne nessun'altra azienda produttrice è riuscita a giustificare il prezzo e il senso di utilizzare un display curvo in uno smartphone o in un tablet, nonostante il Note Edge sia forse l'unico esemplare di questa categoria di dispositivi a dare un senso molto più tangibile alla cosa.