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Opinioni

Videorecensione Samsung Galaxy Note 4: il ‘Re dei phablet’ è tornato

Più veloce, più bello e con un display ultra risoluto, seppur non perfetto e con alcune importanti lacune, il nuovo dispositivo del colosso sudcoreano è un concentrato di tecnologia hardware e software. Ma il mercato dei phablet ormai è ricco di alternative: riuscirà il “Re dei phablet” a ridefinirsi tale?
A cura di Dario Caliendo
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Proprio come è successo con l'iPad che è riuscito a dare vita a un nuovo mercato di dispositivi mobili, se negli ultimi anni i phablet hanno invaso (e riempito, fisicamente) le tasche degli utenti di tutto il mondo il merito è da attribuire esclusivamente alla famiglia Note di Samsung: una serie di dispositivi mobili caratterizzati dall'utilizzo di display con diagonali a dir poco grandi e che, se in un primo momento venivano derisi dalla maggior parte delle persone, ad oggi praticamente tutte le aziende si ritrovano a inseguire. Basta pensare al G3 di LG, al 1520 di Nokia e così via, fino ad arrivare al neonato iPhone 6 Plus di Apple, l'azienda che fino a poco tempo fa dichiarava apertamente che 4" per un dispositivo mobile erano più che sufficienti. Insomma, ormai in poco più di due anni anche il mercato dei phablet è ricco di alternative e Samsung, con il suo nuovo Note 4 ha "ristabilito le gerarchie" e messo bene in chiaro una cosa: il Re dei phablet è tornato.

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E già, perché mentre tutti gli altri competitor negli ultimi tempi si sono focalizzati esclusivamente nella corsa al display più grande, Apple compresa, quelli di Samsung – ricchi di un'esperienza di ormai quattro anni – ne hanno evoluto il concetto, ottimizzandone non solo la gestione degli spazi di lavoro disponibili, ma introducendo una serie di funzionalità che danno davvero un senso a un dispositivo dalle dimensioni così importanti: d'altronde parliamoci chiaro, avere un phablet con una grande diagonale ma che in realtà non sfrutta il display più grande è solo uno spreco di spazio (e soldi).

Design e materiali

Dopo anni di polemiche relative al design e ai materiali di scarsa qualità utilizzati nei suoi dispositivi mobili, con il Note 4 e il Galaxy Alpha finalmente si è sfatato un mito, e si può affermare con cognizione di fatto che Samsung è finalmente in grado di realizzare smartphone e tablet belli esteticamente. Il primo particolare che risalta all'occhio quando si impugna il nuovo nato dell'azienda di Seoul, è la presenza di una cornice in alluminio colorato che segue la colorazione dello smartphone e che con un design molto più squadrato rispetto al rotondeggiante iPhone 6 Plus, dona dispositivo un ottimo look and feel e un ottimo grip quando lo si impugna, che però rimane ben distante dalla possibilità di utilizzo con una sola mano. Una cosa del tutto impossibile con il Note 4.

Nel progettare l'interfaccia grafica con la quale è stato personalizzato Android 4.4 KitKat, è come se quelli di Samsung si fossero focalizzati esclusivamente su una serie di funzionalità avanzate (che di fatto funzionano molto bene) per tralasciare le features più comuni, che nel Galaxy Note 4 funzionano senza alcun problema, ma che in realtà non eccellono particolarmente. E proprio per venire incontro a quella fascia d'utenza che negli anni ha criticato fortemente l'usabilità con una mano nei Note, ne ha ottimizzato sensibilmente tutta l'interfaccia, focalizzandosi sulla modalità di visualizzazione ridotta e evolvendo sensibilmente il multi-window, che ora non solo permette di utilizzare contemporaneamente due app compatibili, ma che permette anche la riduzione a finestra, in modo da migliorare l'esperienza utente anche in necessità di produttività estrema e per rendere più comodo l'uso delle applicazioni con una mano.

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Caratteristiche tecniche e batteria

Ma una cosa è certa: telefono grande vuol dire schermo e batteria grandi. E se dell'autonomia parleremo a breve, i lati positivi del nuovo display QHD da 5.7" AMOLED sono veramente tanti. E' un pannello formidabile, dall'incredibile risoluzione di 2560×1440 pixel che come tutti gli AMOLED potrebbe sembrare leggermente troppo saturato, ma che è in grado di riprodurre colori molto vividi e neri veramente neri. L'unica piccola pecca è nell'angolo di visuale non assoluto e che tende a modificare la resa cromatica se non si vede lo schermo direttamente, ma l'incredibile densità di 515 pixel per pollice rende praticamente impossibile riconoscere un singolo pixel a occhio nudo. Appena viste le specifiche tecniche però, ci siamo subito chiesti a cosa servissero risoluzione e PPI portati all'estremo, soprattutto perché nel Note 4 sono ben oltre il limite dell'occhio umano, ma considerando che nonostante lo schermo sia grande e molto risoluto la batteria non ne risente minimamente, non può che essere un'arma a favore di Samsung.

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E proprio per quanto riguarda la batteria i risultati sono veramente buoni: con un utilizzo nella media siamo riusciti ad arrivare a fine serata con poco meno del 50 percento di carica residua, per poi utilizzarlo molto intensamente e superare di gran lunga la mezza notte con il 34 percento di batteria. Certo, arrivare a non dover ricaricare per due giorni è ancora impossibile, ma i progressi fatti da Samsung in questo senso sono davvero importanti e rispetto alla generazione precedente il Note 4 sotto questo punto di vista non è un grande, ma è un grandissimo passo in avanti.

Software, TouchWiz e S-pen

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Nonostante gli ingegneri di Samsung abbiano dotato il novo nato di una serie funzionalità evolute che personalizzano profondamente l'esperienza utente e che la allontanano profondamente dal puro Google Experience, la perfetta integrazione con il sistema operativo, l'ottima reattività dell'interfaccia grafica e le modalità di interazione pensate da Samsung, rendono il sistema operativo del Note 4 molto ordinato, intuitivo e facile da utilizzare. D'altronde stiamo parlando di un Note 4, un phablet nato anche per ottimizzare le attività produttive. E non c'è Note senza S-pen.

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Proprio come abbiamo visto con il Note 3, ogni volta che si estrae la penna dal vano comparirà il menu Air Command, che consentirà velocemente di scrivere un Memo rapido, di scrivere sullo schermo, di catturare parte di ciò che è visualizzato sul display e di ritagliarne le immagini per poi aggiungerle a una collezione di clip. Ma rispetto alla generazione precedente la sensibilità della penna è aumentata molto, e la punta – che è diventata ancora più morbida – viene rilevata anche a 2/3 cm di distanza dal pannello.

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Novità anche per la gestione del Multitasking, la cui interfaccia è stata ridisegnata totalmente, davvero eccezionale il nuovo Multiwindow, che seppure con la S-Pen sia molto più semplice da gestire, è utilizzabile senza alcun problema anche a mano libera e non solo ottimizza la produttività e velocizza le operazioni fatte con due applicazioni contemporaneamente, ma con la modalità di visualizzazione a pop-up indirettamente ne rende anche molto più semplice l'utilizzo con una mano. Purtroppo però a meno che non si decida di roottare il dispositivo (perdendo così la garanzia), tutte le caratteristiche del Multiwindow sono compatibili esclusivamente con alcune applicazioni.

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Appare chiaro che con la nuova lineup quelli di Samsung abbiano deciso di rendere molto più semplice l'interfaccia grafica, e per farlo gli sviluppatori dell'azienda hanno modificato ancora di più i menù di sistema, soprattutto per quanto riguarda le impostazioni generali, che nella la TouchWiz utilizzata con il Note 4 sono ancora di più user friendly, ma effettivamente si allontanano anni luce dal concetto tanto amato dalla maggior parte degli utenti Android, e se di fatto semplificano l'utilizzo delle principali funzioni, nel contempo rendono l'accesso a una serie di impostazioni molto più macchinoso e lungo.

Come ogni Note che si rispetti, anche la quarta generazione del phablet di Samsung utilizza hardware di ultima generazione. Ad animare il nuovo gioiellino dell'azienda di Seul ci pensa il processore quad-core Qualcomm Snapdragon 805 da 2.7 GHz, affiancato da 3 GB di RAM e da una potentissima GPU Adreno 420. Il risultato è un dispositivo velocissimo, nel quale non ho notato alcun problema di prestazioni o stabilità e che riesce a gestire praticamente tutte le operazioni possibili con Android senza alcun rallentamento.

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L'unico piccolo lag l'abbiamo riscontrato nel tempo di reazione e nella precisione del touch screen quando nelle impostazioni è attiva la funzione "Aumenta sensibilità tocco", ma è davvero poca cosa. Insomma, il Note 4 è veramente una scheggia e, ripeto, nonostante il potentissimo hardware e il display ultra risoluto, l'autonomia della batteria del phablet è veramente buona.

Fotocamera

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Rimaniamo molto perplessi per quanto riguarda il sensore da 16 megapixel utilizzato nel comparto fotografico. Se la velocissima applicazione che gestisce la fotocamera ha fatto grossi passi in avanti ed è stata semplificata al massimo, pur permettendo il download di una serie di scene di scatto aggiuntive, le prestazioni fotografiche del Note 4 lasciano desiderare.

A partire dalla bizzarra scelta di utilizzare un sensore 16:9, che se in condizioni di alta luminosità è in grado di realizzare scatti ben bilanciati, dettagliati e dall'alta qualità, in ambienti poco luminosi da il peggio di se e, unito a un'elaborazione software troppo invasiva, rende gli scatti poco luminosi e troppo pastellati. Anche il gruppo ottico utilizzato nella fotocamera posteriore è scarso, non tanto per quanto riguarda la qualità, ma per quanto riguarda l'angolo di ripresa: nel Note 4 la lente utilizzata non è assolutamente grandangolare e l'inquadratura è molto meno ampia di quella degli altri competitor, a partire dall'iPhone 6 Plus fino ad arrivare al piccolo Sony Z3, che ha invece un fantastico un obiettivo grandangolare. Davvero un peccato.

Ma non tutto è perduto. La fotocamera del Note 4 introduce anche una serie di novità interessanti, soprattutto per gli amanti dei selfie: è stata introdotta una nuova modalità che permette di scattare autoscatti posizionando il dito sul sensore del battito cardiaco, un'ulteriore modalità che permette di scattare autoscatti con la fotocamera posteriore e il riconoscimento facciale, e (di nuovo) una nuova modalità che permette di realizzare selfie panoramici, praticamente identica a quella introdotta per la prima volta mesi fa da Huawei nel suo P7.

Ottimi i video, che possono essere realizzati in FullHD e in 4K UltraHD e che usufruiscono di un buono stabilizzatore delle immagini. Interessanti gli slowmotion, che arrivano finalmente a 240 fps, ma che purtroppo non sono ancora gestibili con un editor al pari di iPhone e Z3 e non registrano l'audio.

Conclusioni

Insomma, molto più della generazione precedente, il Note 4 è un enorme passo in avanti per Samsung. E' bello, è veloce, l'interfaccia è stata molto semplificata e ha una batteria che riesce a superare il giorno intero di utilizzo. Ed è importante tenere sempre presente che l'unica azienda in grado di sfruttare al massimo un display dalle grandi dimensioni e proprio Samsung, e l'ha fatto egregiamente con il nuovo phablet.

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Ma è chiaro che l'utenza alla quale si rivolge il Note 4 non è quella comune. E la qualità del sensore fotografico assieme ai potentissimi e comodissimi tweak software che ne influenzano radicalmente la user experience, mettono bene in evidenza che si tratta di un dispositivo che, seppure è tra i più potenti attualmente disponibili e che in effetti è in grado di fare tutto (e farlo velocemente), continua a essere progettato e sviluppato per la produttività. E in questo quelli di Seul sono i maestri incontrastati: con il Note 4 si sono finalmente ristabilite le gerarchie nel settore dei phablet, e Samsung ha fatto capire a tutti i suoi competitor quali sono gli standard da seguire per questa categoria di dispositivi. Se poi consideriamo che il Note 4 è forse il primo dispositivo dell'azienda che oltre ad essere potente è anche veramente bello, appare chiaro il cambio di direzione. Ne vedremo delle belle.

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