Giornata della Memoria: pensieri e ricordi in 140 caratteri
Luciano Foglietta è uno dei sopravvissuti ai campi di concentramento. Ora vive a Bologna e pensa che chi non ha vissuto quei momenti non potrà mai capire. Come dargli torto?
Quello che possiamo fare, a distanza di 67 anni, è ricordare la storia per far sì che nessuno dimentichi mai ciò che è stato. A casa, a scuola, a lavoro e sui siti di social networking, dove rimane una traccia.
Su Twitter, in particolare, è possibile lasciare il pensiero personale e allo stesso tempo leggere quello di migliaia di persone. Più di diecimila utenti, in Italia, hanno battuto centoquaranta caratteri con gli hashtag #ioricordo, #giornatadellamemoria e #TodayisHolocaustMemorialDay. Tra i trending universali, invece, i più utilizzati sono stati Holocaust e Auschwits.
Quello battuto dall’account del sito web Holocaust Educational Trust è degno di nota, in quanto retwittato più di mille volte in tutto il mondo.
Today is Holocaust Memorial Day, the 67th anniversary of the liberation of Auschwitz-Birkenau – a day to commemorate and remember
— H.E.T. (@HolocaustUK) Gennaio 27, 2012
In Italia, invece, è particolarmente interessante la raccolta di tweet di @Enaudieditore con l’hashtag #nonsoloungiornodellamemoria. Attraverso gli scritti e alcuni particolari di chi l’Olocausto l’ha vissuto, ne viene fuori un tragico racconto di quegli anni che aiuta a comprendere e ricordare, almeno per un giorno.
Prima di morire, i prigionieri consegnavano gli oggetti di qualche valore al capo dei loro uccisori. #nonsoloungiornodellamemoria
— Einaudi editore (@Einaudieditore) Gennaio 27, 2012
A Belzec, si facevano avanzare le donne, urlanti, a colpi di frusta o di baionetta. #nonsoloungiornodellamemoria
— Einaudi editore (@Einaudieditore) Gennaio 27, 2012
Sceglievano un luogo per l'esecuzione, generalmente lontano dalla città, e preparavano una fossa comune. #nonsoloungiornodellamemoria
— Einaudi editore (@Einaudieditore) Gennaio 27, 2012
I tedeschi portarono a termine il loro compito rapidamente anche perché i massacri erano standardizzati. #nonsoloungiornodellamemoria
— Einaudi editore (@Einaudieditore) Gennaio 27, 2012
Il sistema delle sardine: strati successivi di ebrei stesi in una fossa e fucilati uno strato dopo l'altro #nonsoloungiornodellamemoria
— Einaudi editore (@Einaudieditore) Gennaio 27, 2012
La storia è molto ma molto semplice: siamo ebree e quindi ci è proibito andare a scuola. Clementina, Nervi '39 #nonsoloungiornodellamemoria
— Einaudi editore (@Einaudieditore) Gennaio 27, 2012
Sono un poeta italiano nato da madre ebrea, e sarò tagliato fuori dalla vita del mio paese. Umberto Saba 1938 #nonsoloungiornodellamemoria
— Einaudi editore (@Einaudieditore) Gennaio 27, 2012