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GlassUp, l’antagonista italiano dei Google Glass: “la concorrenza ci ha solo aiutato” [INTERVISTA]

L’intervista esclusiva al CEO di GlassUP, gli occhiali a realtà aumentata made in Italy che sfidano i Google Glass. Dalla concorrenza con Google, alla tecnologia, alle anticipazioni sul prodotto, alla raccolta di capitale. Cosa significa sfidare Google per una startup italiana?
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Quando GlassUp nasceva due anni fa i suoi co-founder – Francesco Giartosio, Gianluigi Tregnaghi e Andrea Tellatin – non avrebbero scommesso più di tanto sul raggiungimento del traguardo del lancio sul mercato. Gli occhiali a realtà aumentata made in Italy non sarebbero oggi "quasi" realtà se Google non avesse annunciato il progetto dei Google Glass, incoraggiando gli ingegneri nostrani a credere in un progetto che pensavano una causa persa. Ed invece GlassUp è sempre più vicina al lancio sul mercato del prodotto antagonista dei tanto acclamati occhiali di BigG.

La startup italiana che sfida il colosso americano: "Davide contro Golia", hanno detto in tanti, e questa similitudine è stata solo di giovamento per il team di Giartosio – CEO di GlassUp – che si è fatto conoscere a costo zero guadagnando sempre più terreno sul mercato e notorietà in rete. La tecnologia alla base degli occhiali made in Italy è diversa da quella alla base dei Google Glass. Nome simile – a tal proposito c'è una causa in corso tra Google e GlassUp circa i diritti sul nome – ma tecnologia differente e prezzo sensibilmente più basso. I GlassUP saranno sul mercato a 299 dollari, contro i 1000 euro del prodotto di BigG. Decisamente più alla portata di tutti, oltre che – a quanto dichiara Giartosio nell'intervista che ci ha rilasciato in esclusiva e disponibile nel video che apre l'articolo – più leggeri e comodi da utilizzare, con lo schermo accessibile frontalmente anziché lateralmente, come nel caso del prodotto americano.

Una concorrenza spietata? No. Già la startup nostrana sta pensando come apportare valore aggiunto al prodotto prima del lancio che dovrebbe avvenire la prossima estate, e anche dopo, con upgrade che dovrebbero fronteggiare una possibile morsa da parte di Google. Intanto l'interesse degli investitori sollevatosi attorno al prodotto italiano dimostra la validità dell'idea e della tecnologia alla sua base. Se gli investor non identificassero un reale potenziale di business per il prodotto GlassUp non farebbero così tanto pressing sul team di Giartosio, come lui stesso dichiara.

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La campagna di crowdfunding lanciata su IndieGoGo non ha raggiunto l'obiettivo inizialmente prefissato – 150.000 dollari – forse perché troppo ambizioso, ma ha risollevato le casse della startup con oltre 120.000 dollari che serviranno ad ultimare il prototipo. Ai finanziatori dalla folla in cambio della generosa offerta verrà inviato un occhiale a realtà aumentata, non appena finito.

Molto lavoro da fare, quindi, ma un progetto di business già ben definito e dal riscontro sul mercato già testato. Se i i Google Glass hanno fatto tanto clamore vuol dire che la tecnologia interessa ed il prodotto risponde ad un bisogno della domanda – meglio forse ad un desiderio – non ci dovrebbero essere dubbi, quindi, circa la risposta che proverrà dal mercato una volta che i GlassUp saranno in commercio. Anche quella di Google è prevedibile: storcerà il naso, forse anche per le potenziali partnership che i suoi avversari potrebbero stipulare con la startup italiana una volta che sarà operativa.

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