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Gli aerei americani spareranno raggi laser (per distruggere i missili)

Il sistema di contrasto missilistico realizzato dai laboratori di ricerca delle forze aeree statunitensi e dal produttore Lockheed Martin per il momento è basato a terra, ma nei prossimi mesi sarà rimpicciolito e reso al contempo più robusto, per poter essere ospitato a bordo dei primi velivoli nel 2021.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Le forze aeronautiche statunitensi sono un passo più vicine all'impiego di cannoni laser antimissilistici a bordo dei loro aerei. L'annuncio arriva proprio dalla US Air Force, che ha rivelato in queste ore di aver portato a buon fine il test di un sistema di contrasto missilistico basato su impulsi di luce laser. Nel corso della prova un dispositivo posizionato a terra è riuscito a localizzare e abbattere una batteria di missili lanciati nei cieli del Texas, e in futuro sarà impiegato per intercettare e distruggere missili aria-aria e aria-terra direttamente dal cielo.

Gli impulsi di luce generati dal sistema non sono così potenti da riuscire a danneggiare velivoli o strutture terrestri avversarie, motivo per cui sono pensati per la difesa e non per l'attacco. Di contro, non sono limitati da problemi di munizioni e soprattutto convogliano comunque abbastanza energia da poter recare danno alla maggior parte delle armi con propulsione a razzo – un vantaggio non da poco per qualunque mezzo da combattimento. Al momento però l'apparecchiatura non è adatta per essere trasportata a bordo di un velivolo sufficientemente agile da poterla impiegare in battaglia: peso e dimensioni sono eccessivi, e anche i sistemi di mira e di fuoco non sono ancora in grado di sostenere le sollecitazioni meccaniche, le turbolenze e i movimenti bruschi di un utilizzo in volo.

I laboratori di ricerca delle forze aeree statunitensi lavorano al progetto (battezzato SHiELD, acronimo per Self-protect High Energy Laser Demonstrator) ormai dal 2017, e nei prossimi mesi si impegneranno con il costruttore Lockheed Martin a ridurre le dimensioni del dispositivo e migliorarne la robustezza, in modo da poter effettuare i primi test aerei a partire dal 2021. Se le prove dovessero andare a buon fine, il sistema di contrasto potrebbe essere impiegato sui primi velivoli da combattimento già a partire dai mesi successivi.

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