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Gli autisti di Uber sono lavoratori dipendenti: lo ha deciso un tribunale californiano

Agli autisti che trasportano passeggeri utilizzando la piattaforma Uber dovranno essere riconosciuti gli stessi benefit e protezioni riconosciuti ai lavoratori dipendenti del gruppo. La sentenza ha colpito anche Lyft, ma le due aziende hanno già annunciato che faranno ricorso, in attesa di consultazioni elettorali che potrebbero rendere nulla la decisione.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Non lavoratori autonomi ma personale alle dipendenze dell'azienda, con tutti i benefici del caso: è così che vanno trattati gli autisti in forze ad Uber e Lyft, almeno secondo il giudice californiano che si è trovato a dirimere la questione apertasi recentemente tra le due multinazionali e lo stesso stato della California. La sentenza emessa in queste ore impone alle due aziende di rivedere compensi e benefit per i lavoratori che ogni giorno trasportano migliaia di passeggeri sotto le rispettive egide, ma Uber e Lyft hanno già annunciato che faranno ricorso.

La legge del 2019

L'ultimo capitolo della vicenda si era aperto l'anno scorso, con l'approvazione della norma AB5 che richiede alle multinazionali della gig economy di ricompensare i propri lavoratori come personale dipendente, anziché come autonomi. La legge è entrata effettivamente in vigore all'inizio dell'anno, ma Uber e Lyft — come anticipato da Uber in sede di approvazione — hanno continuato a classificare i propri lavoratori come indipendenti. Il braccio di ferro si è protratto fino a maggio, quando il procuratore generale dello stato della California ha fatto causa alle due aziende chiedendo che venissero costrette a riconoscere ai lavoratori lo status di dipendenti.

La sentenza

Uber e Lyft hanno sempre sostenuto che la loro attività non riguardava nello specifico il trasporto di persone, ma il mantenimento dell'infrastruttura tecnologica che mette in contatto autisti e passeggeri: gli autisti, nel quadro dipinto da Uber e Lyft, rappresentavano dunque un elemento tangenziale e non centrale delle loro operazioni. L'impostazione non ha però trovato il favore dei giudici, che hanno intimato a Uber e Lyft di ricompensare i lavoratori come dipendenti concedendo però loro 10 giorni di tempo per appellarsi alla decisione.

Le due aziende hanno già anticipato che questa è la strada che perseguiranno: la loro tesi del resto è sempre stata che i lavoratori preferiscano lavorare come autonomi per via della flessibilità che questa condizione garantisce loro. Sullo sfondo della questione ci sono consultazioni elettorali previste per novembre — promosse tra gli altri dalle stesse Uber e Lyft — durante le quali i cittadini saranno chiamati a votare sulla stessa legge AB5.

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