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Gli Smartwatch come spie: uno studio individua la “fuga” di dati

Un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Illinois ha realizzato uno studio, denominato “Motion Leaks through Smartwatch Sensors”, o anche MoLe, con cui sono riusciti a scoprire che i sensori di cui sono dotati gli smartwatch possono rendere molto vulnerabili questi dispositivi, mettendo a rischio i dati personali degli utenti.
A cura di Francesco Russo
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Quella che sembra ormai una moda affermata potrebbe poi trasformarsi in un dispositivo altamente vulnerabile e pericoloso per la nostra privacy. Il riferimento è agli smartwatch, sempre più oggetto del desiderio su cui i grandi brand tecnologici stanno puntando, e l'allarme sulla loro pericolosità lo lancia uno studio dell'Università dell'Illinois. I ricercatori dell'università americana attraverso uno studio realizzato proprio su questo dispositivo vogliono mettere in guardia gli utenti sui rischi che si possono correre. In pratica, i ricercatori hanno scoperto che grazie ai tanti sensori di cui sono dotati gli smartwatch attualmente in circolazione possono essere facile preda di hacker che, grazie agli stessi sensori, possono addirittura carpire ciò che un utente sta scrivendo sulla tastiera del suo pc.

I ricercatori dell'ateneo americano hanno effettuato delle ricerche su un'app "homegrown" all'interno del Samsung Gear Live e attraverso questa app loro stessi sono stati in grado di "indovinare" cosa stesse scrivendo un utente, proprio grazie ad una "fuga" che viene creata dagli stessi sensori del dispositivo. Inoltre, una volta raccolti tutti i dati, e attraverso un "rilevamento di battitura", i ricercatori hanno rilevato anche i movimenti del polso sinistro diversi nel raggiungere una "T" piuttosto che una "F".

Lo studio, denominato "Motion Leaks through Smartwatch Sensors", o anche MoLe, finanziato dalla National Science Foundation, è stato presentato al recente Mobicom di Parigi. Rappresenta ancora una volta quanto questi dispositivi possono essere davvero una minaccia per la privacy degli utenti. Basti pensare anche ad un'app camuffata da pedometro che potrebbe, grazie proprio a questa "fuga" che creano i sensori, portare a conoscere l'indirizzo email dell'utente, quindi leggere i messaggi stessi della casella, e anche portare a conoscere le query che lo stesso utente effettua solitamente.

Quindi gli smartwatch, specie quelli più recenti, da un lato possono offrire preziose informazioni sulla salute degli utenti, ma dall'altro rendono molto vulnerabile la loro stessa privacy. I ricercatori ritengono che l'allarme valga anche per smartwatch più recenti come Apple Watch o anche FitBit.

Ma i ricercatori propongono anche una soluzione su come evitare questa "fuga" di dati, abbassando la frequenza di questi dispositivi che di solito è di 200 Hz.

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