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Google, la multa dall’UE è salata: 4,3 miliardi di euro per posizione dominante di Android

Era nell’aria che la multa fosse salata e così è stato. Dopo quella dello scorso anno, di 2,4 miliardi, la commissione Antitrust dell’UE ha comminato a Google una nuova multa di ben 4,3 miliardi di euro, 5 miliardi di dollari, per la posizione dominante di Android, il sistema operativo mobile oggi usato su oltre l’80% dei dispositivi mobili.
A cura di Francesco Russo
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Era nell'aria che la multa fosse salata e così è stato. Dopo quella dello scorso anno, di 2,4 miliardi, la commissione Antitrust dell'UE ha comminato a Google una nuova multa di ben 4,3 miliardi di euro, 5 miliardi di dollari. Si tratta di quasi il doppio di quella allora inflitta per il motore di ricerca ed è la più alta mai stabilita in Europa. La multa arriva per aver abusato della posizione dominante del suo sistema operativo mobile Android. La cifra al momento viene citata da diverse agenzie, tra le quali anche Bloomberg. Nel giro di 12 mesi l'UE ha già inflitto a Google 6,7 miliardi di euro e potrebbe non essere finita qui, nel mirino delle autorità antitrust europee c'è anche la pubblicità online.

Secondo quanto riportato dalle agenzie, martedì scorso la commissaria antitrust dell'UE, Margrethe Vestager, avrebbe telefonato a Sundar Pichai, una telefonata per fare il punto della situazione. Si tratta di un passaggio abituale per avvisare le imprese dell'imminente multa. E così è stato.

La commissione per la concorrenza dell'UE multerà Google di ben 4,3 miliardi di euro per aver utilizzato Android, il sistema operativo mobile lanciato nel 2007, come sistema per imporre i suoi prodotti. In pratica, l'accusa è quella di aver imposto condizioni illegali sui produttori di dispositivi Android, a danno della concorrenza e dei consumatori, la cui possibilità di scelta sarebbe stata ridotta. Un danno verso la concorrenza attraverso le attività legate alla pubblicità sui dispositivi mobili.

L'indagine da parte della commissione europea inizia da lontano, con il commissario spagnolo Joaquín Almunia, predecessore di Margrethe Vestager. Il merito della commissaria danese è stato senz'altro quello di aver reso più efficace la strategia europea, essendo proprio quello di arrivare a multare Google per le sue tante posizioni giudicate "dominanti" il vero obiettivo del suo mandato.

Ad oggi il sistema operativo di casa Google è installato su oltre l'80 percento dei dispositivi mobili in circolazione, un risultato che deriverebbe dalle condizioni che Mountain View avrebbe imposto per Android, favorendo in questo modo i prodotti e le app di Google a scapito della concorrenza. Una strategia che ha finito per imporre Android in una posizione nettamente dominante rispetto agli altri concorrenti, riducendo al minimo la capacità di scelta dei consumatori. Una situazione che la Commissione europea per l'Antitrust ha deciso, con la multa di 4,3 miliardi di euro, di punire pesantemente.

La multa in sè per sè, dal punto di vista economico e finanziario, non sarebbe un grosso problema per Google, è una cifra che il colosso di Mountain View realizza più o meno ogni due settimane, avendo realizzato, appunto, lo scorso anno un fatturato quasi di 111 miliardi di dollari. Quello che è sicuramente importante è l'immagine che ne esce di Google da questa situazione, sapendo benissimo che questa multa segna soltanto un altro passo in avanti della commissione, intenzionata a perseguire ancora l'azienda californiana anche per quel che riguarda la pubblicità online. Non è chiaro però se la commissione ha chiesto anche delle modifiche da apportare al sistema Android.

Questa la risposta di Google in una nota:

Android ha creato più scelta per tutti, non meno: un ecosistema fiorente, innovazione rapida e prezzi più bassi sono le caratteristiche classiche di una forte concorrenza. Faremo appello contro la decisione della Commissione.

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