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Google la spunta su Oracle per la vicenda Java: evitato un risarcimento miliardario

Dopo una lunga battaglia legale iniziata nel 2010 tra Oracle e Google, a spuntarla alla fine è proprio il colosso di Mountain View. La giuria di una corte federale di San Francisco si è schierata con Google che era a sua volta accusata da Oracle di aver infranto alcuni brevetti legati a Java nel sistema operativo Android.
A cura di Francesco Russo
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Dopo una lunga battaglia legale iniziata nel 2010 tra Oracle e Google, a spuntarla alla fine è proprio il colosso di Mountain View. La giuria di una corte federale di San Francisco si è schierata con Google che era a sua volta accusata da Oracle di aver infranto alcuni brevetti legati a Java nel sistema operativo Android. Per questo motivo, iniziando l'azione legale, Oracle chiedeva un risarcimento danni di ben 9 miliardi di dollari. L'azienda però non si dà vinta e ha annunciato ricorso immediatamente dopo la pronuncia della corte federale che ha dato ragione all'azienda di Mountain View.

La vicenda che ha visto protagoniste le due aziende tech californiane riguardava il fatto che Google avesse utilizzato un codice implementando Java per sviluppare il proprio sistema operativo mobile, Android. Dal 2010 l'azienda che aveva sviluppato Java, il linguaggio di programmazione realizzato da James Gosling, la Sun Microsystem, è diventata di proprietà di Oracle. Per questo Oracle si trova a difendere il proprio interesse in questa vicenda.

Di fatto, la corte di san Francisco ha riconosciuto valida la tesi che sosteneva Google, cioè quella per cui la re-implementazione di Java nello sviluppo di Android costituisse un "fair use", ossia un uso limitato tale da non costituire una violazione del copyright.

Nel difendersi dalle accuse Google si è affidata, fra gli altri, al suo ex amministratore delegato Eric Schimdt, il quale prima di Google aveva lavorato anche in Sun Microsystems. Ai giurati Schimdt ha spiegato che sulla base dei suoi "molti anni di esperienza", Google aveva il diritto di usare API, un metodo rapido che consente agli sviluppatori di scrivere programmi in grado di lavorare su piattaforme software, senza licenza a patto, quindi, che si affidasse a un suo codice.

Nell'attaccare Google, Oracle ha messo l'accento sul fatto che il colosso di Mountain View avesse ottenuto 21 miliardi di dollari di profitti da più di 3 miliardi di dollari di applicazioni infrangendo i brevetti Java. Da qui la richiesta di danni per 8,8 miliardi di dollari, più 475 milioni di dollari in fondi persi per mancati ricavi da licenza. Nell'azione legale Oracle ha puntato il dito contro Google, accusata di aver "infranto coscientemente, direttamente e ripetutamente la proprietà intellettuale di Oracle per quanto riguarda Java".

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