Google One Pass: Mountain View corteggia gli editori e promette ricavi a pioggia
Google One Pass è un sistema di pagamento che consente a tutti gli editori di stabilire i termini di accesso ai contenuti di loro proprietà. In sostanza, Mountain View accoglie le critiche riguardo lo "sfruttamento" di notizie altrui e propone a ciascun editore di individuare la formula di pagamento che preferisce (pagamento per articolo, abbonamenti, pacchetti con più edizioni e così via). Le principali caratteristiche del servizio riguardano la riproposizione del sistema "acquista una volta e visualizza ovunque", l'implementazione di una tecnologia leggera, un nuovo flusso di entrate, la possibilità di dare accesso agli abbonati correnti e la succitata flessibilità del modello business, con molte opzioni a disposizione, in modo da poter offrire una risposta a ciascuna esigenza.
Per ad essere quanto più chiari possibile in merito a cosa sia e come funzioni Google One Pass, vi proponiamo la descrizione che lo stesso BigG fa del nuovo servizio:
Grazie a un sistema di autenticazione degli utenti, elaborazione e gestione dei pagamenti, Google One Pass consente agli editori di dedicarsi alla creazione di contenuti di alta qualità per i loro lettori. Gli editori possono godere della flessibilità nella scelta dei modelli di pagamento e dei contenuti del sito da offrire a pagamento o gratuitamente ai clienti.
Google One Pass è facile da implementare e gestire. La configurazione necessaria è minima e i contenuti vengono gestiti tramite una semplice interfaccia online. Viene fornito da Google Checkout, pertanto non è necessario creare un sistema di pagamento apposito nel sito.
Gli editori possono stabilire le modalità di pagamento per l’accesso ai contenuti da parte degli utenti e stabilire i prezzi degli articoli e degli abbonamenti. È possibile addebitare il costo di ogni singolo articolo, offrire pass giornalieri, abbonamenti mensili o pacchetti con più edizioni.
Consente inoltre agli editori di concedere l’accesso ad abbonati esistenti tramite un sistema basato su coupon, in modo da poter dare facilmente l'accesso completo online ai clienti correnti.
Google One Pass funziona su più siti, pertanto puoi gestire con facilità i contenuti su tutte le tue proprietà online. Offre inoltre pagamenti in-app, quindi è possibile utilizzarlo per i pagamenti su dispositivi mobili e tablet.
Naturalmente, è innegabile che Google One Pass sia la risposta di Mountain View a Cupertino che, proprio in questi giorni, ha lanciato una proposta simile, ma ampiamente deludente. Innanzitutto, Google assicura grande semplicità nell'utilizzo e nella gestione del nuovo strumento: tutto avviene su di un'unica piattaforma, dall'autenticazione degli utenti, alla gestione dei pagamenti e dei contenuti; in più BigG chiede "solo" il 10% del fatturato (a cui occorre aggiungere un 2% per ogni transizione via Google Checkout) contro il 30% di Apple che ha un po' gelato gli entusiasmi degli editori.
Certo, non si può fingere di credere che BigG faccia tutto questo per filantropia, e le parole di Eric Schmidt, in questo senso, suonano falsamente seducenti: "La nostra intenzione non è monetizzare con il servizio vogliamo invece che siano gli editori a fare tutti i soldi". Insomma, di certo l'offerta Google appare più conveniente, ora come ora, ed è pur vero che Mountain View è più interessata a puntare sulle inserzioni pubblicitarie che sui ricavi provenienti da Google One Pass, ma da qui a dire che BigG desidera "regalare" agli editori tutti i guadagni provenienti dal servizio, ce ne passa. Del resto, il 10% non è proprio "niente".
In ogni caso, staremo a vedere se Apple vorrà rispondere colpo su colpo riformulando la sua proposta o se, al contrario, preferirà puntare sull'offerta per iPad che, al momento, rappresenta il vero valore aggiunto nelle mani di Cupertino.
Google One Pass, al momento, è disponibile in Italia, Germania, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti.