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Google propone un terzo genere per le emoji: né maschio né femmina

La proposta della casa di Mountain View al consorzio che si occupa di definire gli standard per le nuove faccine prevede che ogni emoji dall’aspetto umano possa essere comodamente rappresentata con un genere neutro, alternativo a quelli di maschio e femmina attualmente a disposizione sugli smartphone e nelle app.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Tra le prossime emoji che potrebbero trovare posto negli smartphone, tra i social network e sulle piattaforme di messaggistica istantanea c'è una serie di alternative proposte da Google per dare un terzo genere ad alcune delle faccine più popolari utilizzate finora. A rivelarlo è stata la stessa casa di Mountain View nella sua proposta all'Unicode Consortium, l'ente preposto a definire gli standard di comunicazione tra apparecchiature digitali. Il documento riprende le più recenti indicazioni fornite dallo stesso consorzio ai produttori di dispositivi e app, e che raccomandano che "le faccine vengano rappresentate con un genere neutro, a meno che non sia esplicitamente specificato dalla richiesta dell'utente".

In realtà diversi produttori come Microsoft e Apple offrono già alternative di genere neutro per alcune emoji, ma la proposta di Google, che pure va nella stessa direzione, vuole estendere il principio a tutte le emoji umane. Nell'ottica della casa di Mountain View il terzo genere avrà infatti un aspetto androgino (rappresentato in modo parziale da un taglio di capelli neutro) e sarà disponibile come una caratteristica aggiuntiva delle emoji umane, accanto ai generi maschio e femmina e allo stesso modo intersecabile con le altre caratteristiche come colore dei capelli e tonalità della pelle.

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L'idea in sostanza è quella di rappresentare le emoji umane presenti nel selettore all'interno di app e sistemi operativi con una sola icona – ovvero quella di genere neutro e tonalità della pelle gialla – e di lasciare poi agli utenti la possibilità di espandere il menù di selezione tenendo premuto sulla faccina e scegliendo la variante del sesso e dell'etnia preferiti. A questo punto occorre capire se gli altri produttori aderenti al consorzio Unicode appoggeranno la proposta di Google. La casa di Mountain View l'ha raccontata e resa pubblica proprio per tentare di coinvolgere anche loro, senza il supporto dei quali l'iniziativa andrà inevitabilmente ad arenarsi.

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