La polizia spagnola ha visitato gli uffici di Google a Madrid come parte di un'indagine riguardante una "possibile evidenza di evasione fiscale in Spagna" ha spiegato al Wall Street Journal una fonte coinvolta nelle investigazioni, avviate in seguito alla richiesta del fisco spagnolo. Le testate locali riportano che il raid di Madrid, approvato da un tribunale nel corso di questa settimana, si è concentrato sul supposto pagamento di tasse inferiori a quanto in teoria dovuto da una realtà del calibro di Google in Spagna. Il raid negli uffici di Big G è avvenuto ieri, giovedì 30 giugno.
"Sottostiamo alle tasse spagnole così come facciamo in tutti i paesi in cui operiamo" ha spiegato un portavoce dell'azienda di Mountain View. "Stiamo collaborando con le autorità spagnole per rispondere a tutte le domande, come sempre". Google possiede uffici in tutta Europa, ma è ormai risaputo l'utilizzo di scappatoie legali che gli consentono di dichiarare la maggior parte delle sue vendite in Irlanda, dove ha ottenuto una tassazione estremamente agevolata rispetto al resto dei paesi europei. In questo modo, però, ha attirato a sé le critiche della maggior parte dell'Ue, insieme alle altre aziende straniere che sfruttano lo stesso stratagemma.
Nel Regno Unito, per esempio, Google ha acconsentito al pagamento di 130 milioni di sterline di tasse arretrate in seguito ad un'investigazione condotta dal fisco inglese. La decisione è comunque stata criticata a causa della cifra richiesta all'azienda di Mountain View, considerata troppo bassa visti i ricavi generati da Google nel solo Regno Unito: 130 milioni di sterline su 3,8 miliardi di ricavi nel periodo considerato. Quasi briciole per il colosso americano, che peraltro ha ancora la possibilità di sfruttare il "Doppio irlandese", il regime fiscale che favorisce da più di 10 anni i colossi tecnologici.