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L’Irlanda pronta ad eliminare il “doppio irlandese”, la tassa che favorisce i colossi tech

L’Irlanda è finalmente pronta ad eliminare quella che ormai tutti conoscono come “Doppio irlandese”, il regime fiscale che ha favorito per più di 10 anni i colossi tecnologici, e non solo. Con questo sistemale aziende aprivano una sede in Irlanda ma realizzavano profitti attraverso un’azienda irlandese con sede alle Bermuda.
A cura di Francesco Russo
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L'Irlanda è finalmente pronta ad eliminare quella che ormai tutti conoscono come "Double Irish", "Doppio irlandese", il regime fiscale che per anni ha favorito i grandi colossi tecnologici con sede in Irlanda, come Apple, Google e Facebook, solo per citarne alcuni. L'annuncio è stato fatto ieri dal ministro delle finanze irlandese, Michael Noonan, il quale, secondo quanto riferisce il New York Times, ha annunciato un piano finanziario di non austerità, il primo dal 2007, visto che il paese si avvia verso una crescita del PIL del 4,7%. E all'interno di questo nuovo piano, Noonan ha detto che era arrivato il momento di porre fine a questo regime fiscale controverso, il "doppio irlandese", appunto.

Per anni i colossi tecnologici hanno potuto risparmiare miliardi di tasse grazie ad una tassazione agevolata del 12,5% inserita alla fine degli anni '90 per invogliare le aziende ad aprire una sede nel paese e di conseguenza portare nuovi posti di lavoro. Solo Google, per esempio, impiega 2.500 persone e i redditi della sede irlandese sono realizzati attraverso la pubblicità online, per cui i redditi vengono pagati sotto forma di royalties ad una filiale di Google con sede alle Bermuda. Questa tassazione negli ultimi mesi ha ricevuto pesanti critiche sia dall'Unione Europea sia dagli Usa. Ma come funzionava questa agevolazione finita poi per essere denominata "doppio irlandese"? In pratica l'azienda apriva una propria sede in Irlanda, poi transitava i redditi soggetti ad imposta dalla società con sede in Irlanda verso una società irlandese con sede alle Bermuda, noto paradiso fiscale. Con questo stratagemma le aziende riuscivano a ridurre il loro onere fiscale anche al di sotto della soglia del 12,5%.

Il piano annunciato dal ministro Noonan prevede che il vecchio regime comincerà ad essere ridotto già dal prossimo anno per poi sparire progressivamente entro il 2020. A questo punto si attende il vaglio da Bruxelles e da Washington anche perchè le nuove misure fiscali previste prevedono che le aziende che vogliono operare sul suolo irlandese devono avere anche lì la sede fiscale. L'intenzione di Noonan è comunque quella di fare in modo che l'Irlanda resti comunque appetibile per le grandi aziende.

I posti di lavoro che sarebbero a rischio sono 160 mila, dipendenti delle oltre mille aziende che hanno portato la loro sede in Irlanda beneficiando del regine fiscale favorevole.

A fronte di questa decisione, resta da capire come si muoveranno i colossi tecnologici, ossia se continueranno a mantenere la loro sede in Irlanda o se, invece, andranno alla ricerca di qualche altra condizione fiscale più favorevole.

La materia è comunque di stretta attualità e proprio una settimana fa fece discutere la notizia dell'indagine della Commissione UE sull'Antitrust sulle agevolazioni fiscali che il Lussemburgo, attraverso una legge nazionale del 2003, aveva elargito ad Amazon, permettendo all'azienda di Jeff Bezos di pagare imposte ad un tasso dell'1%.

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