Google vieterà ai politici di pubblicare annunci pubblicitari falsi
Dopo la presa di posizione di Twitter nei confronti degli annunci pubblicitari a scopo elettorale, anche Google ha anticipato che intende mettere in atto nuove norme per regolamentare all'interno dei propri siti e servizi la presenza di propaganda distribuita direttamente ai suoi utenti sotto forma di pubblicità pagata dai politici. La novità è stata svelata in un intervento sul blog della società, nel quale il gruppo ha spiegato nel dettaglio i provvedimenti che adotterà nel corso dei prossimi mesi.
Cosa dicono le nuove regole
Innanzitutto sarà vietata la pratica del microtargeting: i politici non potranno cioè scegliere a chi indirizzare le inserzioni sfruttando categorie che potrebbero aiutarli a raggiungere specifici elettorati — come ad esempio persone che Google ha già identificato come interessate a temi sensibili quali l'uso delle armi. Inoltre la società tenterà di effettuare controlli di veridicità sul contenuto degli annunci: non sarà possibile cioè per i politici diffondere bufale che possano "limitare la partecipazione alle urne o la fiducia nel processo elettorale".
Efficacia in dubbio
A differenza di Twitter, Google insomma non ha intenzione di andare tanto a fondo alla questione da vietare del tutto gli annunci elettorali, ma si limiterà a tracciare un confine per il loro utilizzo a scopo propagandistico, in un modo che però potrebbe risultare poco efficace. Da una parte infatti — nonostante il gruppo abbia deciso di vietare la pratica del microtargeting — non vieterà di abbinare gli annunci elettorali a chiavi di ricerca sensibili: cercare esplicitamente "armi da fuoco" su Google potrebbe comunque portare a un annuncio di un politico sul tema. Per quel che riguarda il fact checking invece, la società ha già anticipato che per evitare di ergersi ad arbitro di ciò che è giusto e sbagliato su temi controversi interverrà "solamente in casi limitati" che violano palesemente le regole.
Dove si vedranno i cambiamenti
È comunque meglio di niente, soprattutto perché gli annunci di Google sono più pervasivi di quanto si possa immaginare: non appaiono solamente tra i risultati di ricerca, ma anche all'interno dei video di YouTube e suprattutto sui siti web che per la propria raccolta pubblicitaria si servono spesso dei servizi messi in piedi dalla società. Ovunque sul web — fuori da social network, piattaforme di messaggistica e altri servizi nelle mani di grandi aziende — è dunque possibile imbattersi in un annuncio distribuito da Google, e ogni cambiamento potrebbe portare un risultato apprezzabile.