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“Ha ucciso la sorella e ha messo gli organi in quel peluche”: ma il TikTok è solo un cortometraggio

L’assassinio si è verificato veramente, ma la giovane età delle persone coinvolte ha attirato l’attenzione di molti utenti su TikTok, che hanno confuso una clip horror presente sulla piattaforma di condivisione per una parte integrante della vicenda. L’equivoco è stato poi amplificato da alcune testate online.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia di Claire Miller, una ragazza di soli 14 anni che negli Stati Uniti ha accoltellato la sorella maggiore Helen, affetta da paralisi cerebrale. Complice anche la giovane età della ragazza, l'omicidio è diventato un'ossessione per alcuni utenti della piattaforma TikTok, dove in effetti Claire ha continuato a pubblicare video fino al giorno prima dell'assassinio. In pochi giorni la vicenda è finita al centro di numerose teorie elaborate dagli iscritti, arrivati così a partorire un clamoroso falso: la ragazza avrebbe stipato il peluche di una giraffa con gli organi della sorella, il tutto per pubblicare il risultato su TikTok.

Tutto è nato da un video che con l'omicidio non ha nulla a che fare: è stato pubblicato su TikTok da una utente che sperimentava con il peluche di una giraffa e con coloranti alimentari, il tutto per girare un cortometraggio horror. Non è chiaro se il video sia stato girato appositamente per ispirarsi alla tragica vicenda di Claire Miller oppure no — sta di fatto che alcuni dettagli secondari dell'ambientazione riprendono la ricostruzione del caso Miller emersa dalle forze dell'ordine locali. Questo elemento, unito al fatto che il profilo originale di Claire Miller è stato eliminato da TikTok, ha portato alcuni utenti a pensare che il video del peluche fosse ospitato su un account secondario della ragazza.

Da qui è partito un vero e proprio corto circuito informativo: il falso collegamento immaginato dagli utenti è stato segnalato alla testata Daily Mail, che l'ha sostanzialmente trasformato in un dato di fatto riportandolo come una scoperta di investigatori amatoriali online. La fonte principale è diventata così la testata, che ha dato credito alla teoria del doppio account e portato altri utenti a ricamare ancora di più sulla vicenda, fino a credere che effettivamente l'omicidio sia stato perpetrato con lo scopo di girare quella clip sul social.

Il profilo del video è stato nel frattempo chiuso; a chiarire l'equivoco è stata la sorella della proprietaria, che in una serie di video pubblicati sempre su TikTok ha mostrato la giraffa peluche e il colorante alimentare utilizzato, spiegando la sua versione dei fatti e la genesi della clip horror che per errore si è intrecciata con fatti di cronaca.

 
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