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“Hai letto l’articolo?” Da oggi Twitter chiede agli utenti di non condividere senza leggere

La novità è stata annunciata oggi ma è ancora in fase di test e sarà messa alla prova presso un numero ristretto di smartphone Android. Si tratta di una finestra di conferma che appare quando gli utenti tentano di condividere un link senza prima averlo aperto nell’app, dando loro l’opportunità di verificare il contenuto prima di diffonderlo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Da oggi Twitter inizierà a chiedere ai suoi utenti di pensare due volte prima di condividere articoli di giornale e altri contenuti virali senza averli letti. La decisione è stata comunicata in queste ore dal team di supporto del social e servirà a rendere Twitter un ambiente più sano nel quale confrontarsi, libero — è la speranza degli sviluppatori — da fake news e altri prodotti informativi pensati appositamente per indignare e inasprire i conflitti tra gli utenti.

"Hai letto l'articolo che stai per condividere?"

La nuova funzionalità assumerà l'aspetto di una piccola finestra di conferma che apparirà sugli schermi degli utenti che stanno per condividere un link senza prima essere averlo aperto. La domanda posta agli utenti recita semplicemente "Hai letto l'articolo che stai per condividere?" e dà loro la possiblità di visualizzare nel browser i collegamenti che stanno per pubblicare; la novità in realtà è ancora in fase di test e riservata agli utenti Android dell'app: se la prova andrà a buon fine, gli sviluppatori potrebbero decidere di estenderla alla versione di Twitter per iOS e sul sito web, per poi trasformarla in una caratteristica ufficiale del social.

Lo scopo è evitare che gli utenti condividano fake news e informazioni potenzialmente false o gonfiate ad arte, sull'onda dell'indignazione o della foga. Il fenomeno è ben noto a chi frequenta i social, dove un contenuto riassunto da un titolo sintetico e da un'immagine a effetto può risultare interessante e degno di condivisione ma, una volta letto o visionato, può rivelare tutte le sue debolezze: le tesi proposte al suo interno possono risultare assurde oppure non supportate da numeri né da fatti concreti.

Chi si ferma a leggere il titolo di questi contenuti senza approfondire del resto potrebbe decidere di condividerli ugualmente per svariate ragioni: il fatto anticipato nell'anteprima può apparire eclatante o tragico, o l'analisi proposta può essere affine al proprio modo di vedere i fatti. Il punto in comune a questa tipologia di contenuti è il medesimo: fanno spesso leva sul lato irrazionale degli utenti che in questo modo ritengono più importante diffondere la notizia anziché verificarla.

Alcune volte queste condivisioni preventive sono il frutto di prese di posizione ideologiche, altre volte però sono il risultato di errori in buona fede. Con la novità annunciata in queste ore Twitter sembra voler lavorare su quest'ultima tipologia di diffusione, insieme alle altre novità annunciate nelle scorse settimane che — dopo essere state applicate per la prima volta al presidente degli Stati Uniti Trump — hanno fatto discutere in tutto il mondo.

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