I dati degli smartwatch rivelano: chi ha avuto Covid-19 mantiene un battito cardiaco accelerato

Già da qualche tempo il mondo della ricerca si è interessato alla capacità dei dispositivi indossabili come smartwatch e fitness tracker di individuare in anticipo i sintomi del coronavirus basandosi su parametri come frequenza del battito cardiaco e fasi del sonno. Una ricerca pubblicata recentemente ha utilizzato però questi dispositivi per tracciare le condizioni dei pazienti Covid anche dopo la guarigione, ed è giunta a una conclusione da approfondire: questa categoria di persone soffre di un battito cardiaco accelerato e di altri cambiamenti fisiologici per settimane e in alcuni casi anche mesi dopo aver sconfitto l'infezione.
Lo studio
Lo studio è stato pubblicato sul journal of american medicine association con il titolo Assessment of Prolonged Physiological and Behavioral Changes Associated With COVID-19 Infection e ha sfruttato il programma sperimentale DETECT tramite il quale i soggetti volontari possono inviare ai ricecatori i dati rilevati dai loro dispositivi indossabili. In questo modo lo studio ha potuto reclutare con facilità 875 soggetti, tutti guariti da malattie respiratorie che hanno comportato febbre, tosse, dolori muscolari o altri sintomi compatibili. Tutti sono stati sottoposti a tampone per la ricerca di Covid-19 e 234 sono risultati positivi. I ricercatori hanno poi considerato i dati raccolti dai loro dispositivi indossabili, dividendoli in due gruppi.
Le informazioni dei sensori
Dalle informazioni raccolte dai sensori sui dispositivi è emerso che fin dalle fasi dell'infezione i partecipanti di entrambi i gruppi hanno iniziato a dormire più a lungo e a soffrire di battito cardiaco accelerato, ma i soggetti contagiati da Covid-19 hanno mostrato cambiamenti più accentuati. In particolare il cambiamento nella frequenza cardiaca a riposo è risultato molto più pronunciato nei malati di Covid-19 rispetto agli altri soggetti. Nei malati di coronavirus il battito cardiaco è tipicamente tornato regolare dopo circa 9 giorni dall'infezione, per poi tornare sopra la media e rimanere in questo stato per mesi.
Questa condizione ha riguardato solamente i malati Covid, e secondo i ricercatori può essere un indizio del fatto che il virus colpisce il sistema nervoso anche nelle funzioni di regolazione di attività autonome come appunto il battito cardiaco e altri processi fisiologici. I ricercatori hanno però intenzione di approfondire lo studio arruolando altri partecipanti, prolungando il periodo di indagine e approfondendo l'ambito di studio con domande più specifiche sui sintomi sperimentati dai soggetti.