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I dipendenti LGBT di Google vogliono escludere BIg G dal pride

Un centinaio di dipendenti Google hanno firmato una petizione su Medium per chiedere all’organizzazione del Pride di San Francisco di revocare all’azienda, che ne è sponsor, il permesso di partecipare. Gli attriti tra la società e gli impiegati della comunità LGBT nascono da un caso scoppiato ormai diverso tempo fa.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Proprio alla vigilia del Pride di San Francisco, la tensione tra Google e i dipendenti dell'azienda appartenenti alla comunità LGBT si è fatta più alta che mai. In queste ore un centinaio di impiegati dell'azienda ha infatti firmato collettivamente un intervento su Medium nel quale viene chiesto alla direzione della manifestazione di revocare alla casa di Mountain View il permesso di prendere parte alla parata in programma per questo weekend, della quale peraltro la società è sponsor.

Gli attriti tra Google e i dipendenti LGBT sono nati settimane fa da una vicenda di discriminazione e omofobia esplosa su YouTube a causa degli insulti lanciati da un influente YouTuber a un altro membro attivo sulla piattaforma. Il caso ha acceso una protesta da parte dell'intera comunità, la quale a sua volta ha costretto i numeri uno di YouTube e Google a intervenire sull'argomento. Pur avendo preso posizione contro le forme di violenza verbale denunciate le due aziende non hanno però formalmente preso provvedimenti efficaci rimandando la questione alla stesura di nuove regole da definire e approvare in futuro.

L'ultimo capitolo della vicenda è di pochi giorni fa, quando proprio in occasione del Pride di San Francisco, Google ha di fatto vietato ai suoi impiegati di manifestare contro la loro azienda nelle vesti di dipendenti, invitandoli nel caso a sfilarsi dal corteo Google per partecipare al Pride come semplici cittadini. Forse anche per quest'ultimo sviluppo il gruppo ha deciso di fare direttamente un passo in più: chiedere che Google venga esclusa dalla sfilata. I firmatari hanno ammesso di valutato attentamente la mossa per timore di essere puniti dall'azienda o presi di mira da attacchi dall'esterno ma anche, nonostante questi rischi, di non aver avuto altra scelta.

L'organizzazione dal canto suo ha già risposto che nonostante Google e YouTube possano e debbano fare di più per tutelare la comunità LGBT online e offline, si sono anche dimostrate intenzionate ad agire in modo più deciso in questo senso; per questi motivi e per onorare lo spirito di inclusività e crescita della manifestazione, la richiesta di escludere l'azienda non sarà dunque accolta.

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