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I quattro turisti spaziali di Inspiration4 sono tornati sulla Terra: le fasi dell’ammaraggio

L’ammaraggio della navicella Crew Dragon Resilience rappresentava una delle fasi più delicate della missione, a causa di un rientro con l’atmosfera che ha surriscaldato il velivolo fino a centinaia e centinaia di gradi. Tutto si è però svolto secondo i programmi e senza intoppi e durante il weekend i membri dell’equipaggio sono stati recuperati in mare nel punto di arrivo previsto, al largo della Florida.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Si è conclusa con un ammaraggio perfetto il viaggio spaziale di Inspiration4, missione completamente civile che per la prima volta ha visto 4 turisti superare l'atmosfera terrestre a bordo di una navicella spaziale e orbitare intorno al nostro pianeta per giorni. Dell'iniziativa si è parlato ampiamente nei giorni scorsi, e l'ultima sua fase – il ritorno sulla Terra – ne rappresentava una delle fasi più delicate, a causa di un rientro con l'atmosfera che ha surriscaldato il velivolo fino a centinaia e centinaia di gradi. Tutto si è però svolto secondo i programmi e senza intoppi e durante il weekend i membri dell'equipaggio sono stati recuperati in mare nel punto di arrivo previsto, al largo della Florida.

I rischi del rientro

Quella che si è conclusa nella giornata di sabato 18 settembre non è stata una spedizione turistica come quelle organizzate nello scorso luglio da Virgin Galactic e Blue Origin. La navicella Crew Dragon Resilience di SpaceX è stata spedita in orbita a centinaia di chilometri di altitudine contro i circa 90 raggiunti dalle missioni dei gruppi di Richard Branson e Jeff Bezos; il velivolo ha insomma superato l'atmosfera terrestre, e ha orbitato per decine di volte intorno al pianeta prima di ritornarvi. Durante la 3 giorni della missione i membri dell'equipaggio – capitanati dal miliardario, finanziatore e organizzatore Jared Isaacman – hanno condotto esperimenti scientifici a gravità zero, si sono goduti il panorama e hanno avuto tempo di condurre una diretta online con gli spettatori interessati, prima di iniziare a prepararsi per il rientro. Aver superato l'atmosfera terrestre ha infatti comportato rischi particolari per il rientro, rappresentati soprattutto dalla forza di attrito che la navicella ha dovuto subire nella sua discesa.

L'ammaraggio della Crew Dragon Resilience

La situazione è stata identica a quella degli astronauti al rientro delle normali missioni spaziali, con una discesa iniziale frenetica rallentata poi da paracaduti che hanno rallentato il velivolo fino all'arrivo in mare. Nello specifico, la temperatura esterna della Crew Dragon Resilience ha toccato quota 1.926 gradi, anche se  i membri di Inspiration4 non si sono quasi resi conto dello sbalzo termico. La composizione della navicella e l'isolamento fornito dai materiali hanno fatto sì che la temperatura all'interno si fermasse poco al di sotto dei 30 gradi, pari a una giornata estiva passata all'aperto.

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