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Talebani a Kabul: le ultime news sull'Afghanistan

I social si muovono per proteggere gli Afghani, Facebook nasconde ai talebani le liste degli amici

Twitter, Facebook e LinkedIn hanno iniziato ad aiutare il popolo afghano consentendo ai cittadini di bloccare elementi sensibili della loro vita online, dalle liste degli amici sui social ai contenuti pubblicati su Twitter. Questo materiale può infatti qualificarli come collaboratori del governo precedente e trasformarli in obbiettivi da colpire.
A cura di Lorenzo Longhitano
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I talebani in Afghanistan hanno presto mostrato il loro vero volto e hanno dato il via a operazioni punitive nei confronti di chi ha collaborato con il vecchio governo. Insieme a questa categoria di persone sono però numerosi i cittadini — e in particolare le cittadine — che sotto il nuovo regime temono per la propria vita e la propria libertà; per proteggere queste persone, i social network hanno iniziato ad aiutarle a nascondere le tracce più delicate della loro vita online. In particolare, Facebook e LinkedIn stanno dando la possibilità di nascondere in modo rapido la propria lista di amici e i propri account, mentre Twitter sta lavorando per far sì che i cinguettii pubblicati in passato possano cadere velocemente nell'oblio per evitare di essere utilizzati come prova di collaborazione con il governo precedente o di simpatie anti-talebane.

Liste degli amici invisibili

Facebook ha agito a partire dagli scorsi giorni sulle liste degli amici degli utenti afghani; in questo modo il nuovo regime non può utilizzare questi strumenti per ricostruire la rete di conoscenze dei cittadini che ha nel mirino e utilizzare le informazioni per eventuali ritorsioni. Il secondo strumento messo in campo dal social di Menlo Park è una sorta di interruttore di emergenza che permette ai cittadini del Paese di rendere del tutto inaccessibile e invisibile in caso di necessità — saltando cioè la volutamente farraginosa procedura che gli utenti nel resto del mondo devono seguire per ottenere lo stesso risultato.

LinkedIn ha messo in campo misure simili a quelle adottate dal gruppo Facebook. La piattaforma dedicata al lavoro rappresenta in effetti un altro strumento pericolosamente utile a ricostruire le relazioni di ogni individuo considerato pericoloso da un governo o un regime repressivo: tra i contatti di un profilo LinkedIn sono presenti colleghi, conoscenti ed ex compagni di studi che possono diventare l'oggetto dell'attenzione indesiderata dei talebani — motivo per cui gli sviluppatori hanno bloccato la possibilità di consultare queste liste relative agli utenti in Afghanistan.

Oblio immediato per i tweet

Su Twitter a rappresentare un pericolo sono gli stessi tweet, che in soli 280 caratteri possono esprimere opinioni contrarie alle ideologie dei talebani e dunque trasformare gli autori in veri e propri obbiettivi da colpire. Il social permette da sempre di eliminare questi contenuti senza che lascino traccia sui suoi server, ma in questi giorni sta lavorando anche con Internet Archive — il più grande servizio di archiviazione di contenuti online — per far sì che i cinguettii rimossi dal social finiscano veramente nell'oblio senza lasciare tracce secondarie salvate automaticamente.

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